venerdì, 17 maggio 2024
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L’Azione cattolica incontra il Papa, le voci della delegazione trevigiana all’assemblea nazionale

Un momento di ascolto, incontro, lavoro e preghiera

La XVIII assemblea nazionale di Azione cattolica, iniziata con l’incontro con papa Francesco in piazza San Pietro del 25 aprile, si è conclusa a Sacrofano domenica 28. E’ stato sicuramente un esercizio di ascolto intenso: della Parola di Dio, attraverso celebrazioni quotidiane; dei tanti sacerdoti, vescovi e cardinali (Pietro Parolin, Kevin Jeseph Farrell, Marcello Semeraro, Matteo Maria Zuppi, Mario Grech) che ci hanno raggiunto con parole di amicizia, stima e incoraggiamento (e la bella notizia su Piergiorgio Frassati, che potrebbe essere canonizzato l’anno prossimo, in occasione del Giubileo), delle parole del documento assembleare che ci ha visti impegnati in laboratori di discussione che hanno prodotto più di 30 emendamenti, delle parole nel nostro presidente nazionale Giuseppe Notarstefano e delle tantissime parole che ci siamo scambiati tra più di 1.000 delegati presenti.

La stampa ha dato molto rilievo a tutte le “parole ascoltate”, ma in questo articolo desideriamo dare risalto alle nostre parole, quelle di coloro che hanno partecipato come delegati per la nostra associazione diocesana, con l’augurio che la condivisione di esperienze nazionali faccia crescere anche in noi la passione associativa.

Damiano Cecconi - consigliere diocesano Acr: “Quest’assemblea nazionale è stata un’occasione di vivere la democrazia nella sua forma più bella e concreta, attraverso lo scambio di idee, riflessioni ed esperienze con persone da tutta Italia, accomunate dalla stessa passione per il Vangelo. La convinzione più grande che porto a casa personalmente è che, nell’ottica di costruire un futuro migliore per tutti, il contributo di ogni persona, a partire da noi stessi, è unico e indispensabile”.
Gregorio Favaro - responsabile diocesano Acr: “L’esperienza è stata intensa, mi ha aperto gli occhi sulla reale dimensione dell’associazione, è stata un’occasione per fare rete, creare relazioni dalle quali potrebbero partire dei cammini di collaborazione con i territori vicini. Mi ha ricordato quali sono i valori dell’associazione e mi ha fornito una spinta di entusiasmo per vivere il mio ruolo di responsabile”.
Marta Favaretto - coordinatrice vicariale: “Quando mi si è aperta la possibilità di andare, mi aspettavo solo formalità, che sembrava trapelare dal programma: incontro con il Papa, il 25 aprile, poi, quattro giorni in plenaria fino a domenica. Invece, ora posso dire di essere davvero onorata di aver avuto questa occasione. Ho riscoperto il valore associativo, incontrando tante realtà di Ac che, come unica famiglia, ha partecipato e democraticamente lavorato alle prospettive del prossimo triennio, concludendo con la votazione del consiglio nazionale. Abbracci, sorrisi, condivisioni, brindisi, canti e preghiere all’unisono hanno riscaldato il cuore e alimentato la fiamma della fede, che spero di saper riportare, nel mio piccolo, nella realtà associativa vicariale e parrocchiale del mio territorio.
Angelica Marconato - consigliera Ac Giovani: “Questi giorni sono stati per me un momento di scoperta, in quanto mi hanno permesso di mettere il naso al di fuori della nostra “piccola” realtà e scoprire che la nostra costruzione associativa non è uguale per tutti. E’ stato, poi, un momento di coltivazione dell’associazione e di fede, perché ci si trova insieme a persone provenienti da diocesi e regioni differenti, unite dalla stessa passione e amore per l’Azione cattolica e legate anche dalla fede in Dio. Infatti, vivere i momenti di preghiera è stato qualcosa di meraviglioso. Infine, come ogni momento di convivialità, è stata occasione per intessere nuove relazioni, anche con le persone del Triveneto da cui può nascere qualcosa di bene per collaborare in favore dei nostri ragazzi”.

Angela Fugazza - segretaria diocesana: “Siamo in un tempo in cui la partecipazione è un tema caldo. In questa assemblea ho potuto vivere la “fatica” che i processi democratici richiedono (raccogliere 50 firme per presentare un emendamento richiede abilità notevoli), la gioia del sentirsi parte di un processo, la consapevolezza che l’Ac è scuola di democrazia. La partecipazione a questa Assemblea è stata per me anche occasione per rinnovare la mia adesione a un’associazione che è ancora “profetica” per questo tempo della Chiesa e del mondo”.

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