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Il bue e l'asino presenza "profetica"

Si dispone la mangiatoia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l’asinello... Greccio è divenuto come una nuova Betlemme”. Eppure san Francesco sa che in nessuna parte del vangelo si parla dell’asino e del bue. Di fatto, però non c’è presepio che non veda la presenza di questi due “personaggi”.

Si dispone la mangiatoia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l’asinello... Greccio è divenuto come una nuova Betlemme”. Eppure san Francesco sa che in nessuna parte del vangelo si parla dell’asino e del bue. Di fatto, però non c’è presepio che non veda la presenza di questi due “personaggi”. Perché? Oltre alla facile ipotesi che in una stalla è ovvia la presenza di animali, i due poveri intrusi ci sono per ben altri motivi e hanno tutte le ragioni di essere presenti alla nascita di Gesù, il Figlio di Dio. Otto secoli prima di Cristo, il profeta Isaia iniziava il suo libro osservando che: “Il bue conosce il suo proprietario e l’asino la greppia del suo padrone, ma il mio popolo non conosce, non comprende” (Isaia 1,3). Allora i due animali assurgono a valore profetico. Ad ascoltarli c’è da arrossire: “Noi, povere bestie da lavoro, da subito siamo state le uniche presenze accanto a Maria e Giuseppe, con gli occhi spalancati sul mistero d’amore di Dio! E voi, uomini e donne d’oggi, sapete riconoscere la mangiatoia sulla quale, quest'anno, il Dio bambino vuole farsi trovare ?!” E non accada, come ai tempi di sant’Antonio, quando un’asina si inginocchiò dinanzi all’Eucaristia, da molti non creduta quale reale presenza di Cristo.

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