mercoledì, 29 gennaio 2025
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Funerale di mons. Lucio Bonora: “Sacerdote radicato nell’incontro con Cristo”

Molte le persone che, venerdì 24 gennaio, in Cattedrale, hanno partecipato alle esequie di mons. Lucio Bonora, mancato martedì 21 gennaio a Roma. Hanno concelebrato con il vescovo Tomasi altri tre vescovi e circa centotrenta sacerdoti diocesani

Molte le persone che, venerdì 24 gennaio, in Cattedrale, hanno partecipato alle esequie di mons. Lucio Bonora, mancato martedì 21 gennaio a Roma. Insieme al vescovo Tomasi, hanno concelebrato il vescovo emerito di Vittorio Veneto, Corrado Pizziolo, il vescovo emerito di Udine, Andrea Bruno Mazzocato, il vescovo di Vicenza, Giuliano Brugnotto e circa 130 sacerdoti diocesani.Tra le autorità civili erano presenti il sindaco di Treviso, Mario Conte, il presidente del Consiglio comunale, Antonio Dotto, la sindaca di Caerano di San Marco, Francesca Altin, insieme a numerosi consiglieri, e il sindaco di Lorenzago, Marco D’Ambros. Presenti anche gli ex presidenti diocesani dell’Azione cattolica, tra cui Dino Boffo, Clelia Baldissera, Paolo Criveller e Stefano Zoccarato. Ad animare la celebrazione il coro di Caerano di San Marco.

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Nell’omelia il vescovo Tomasi ha messo in luce che la vita di mons. Bonora è stata una “risposta radicale ad una chiamata di amore del Signore Gesù Cristo, vissuta nell’amore per Lui e allo stesso tempo nell’amore per il suo corpo che è la Chiesa, rispondendo alla chiamata a diventare sacerdote. Attorno a questo dialogo di amore durato tutta la vita, si è formata e sviluppata la vicenda umana ed ecclesiale di don Lucio, la molteplicità dei suoi ministeri, la successione dei suoi incarichi, la cura delle sue capacità, la condivisione e il dono dei suoi talenti. In ciascuno dei suoi passaggi – ha aggiunto -, in tutte le sue esperienze di servizio e pastorali don Lucio lascia un ricordo più che buono, per le sue indubbie doti intellettuali e le sue molteplici competenze culturali, con un raggio di interessi e di studi veramente ampio, che comprendeva il diritto canonico, la liturgia, la paleografia, l’archivistica e la diplomatica, campi in cui ha conseguito brillantemente i titoli accademici, e con il filo conduttore della visione storica di ogni evento; e poi per il suo servizio puntuale, preciso, accurato e sempre generoso alla diocesi di Treviso nelle parrocchie, da vicario e da parroco, per sette anni a Canizzano, prima in Azione cattolica ragazzi, poi in curia dove ha ricoperto vari incarichi, e non da ultimo il servizio di canonico del capitolo di questa chiesa cattedrale. Infine, per il suo ministero svolto per la Chiesa universale in Segreteria di Stato, dove ha potuto dispiegare le sue capacità e le sue conoscenze. Quanto fosse apprezzato, lo dimostra la Messa celebrata pochi giorni fa in San Pietro e presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Parolin, che ha avuto per don Lucio parole di commossa amicizia (e per questo lo ringrazio di cuore) e – non certo da ultimo – la premura con cui papa Francesco si assicurava al policlinico Gemelli delle sue condizioni di salute, sino agli ultimi giorni”.

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Ha aggiunto il Vescovo: “Ma più di tutto il ricordo – che si fa mesto nel distacco ma anche ricco di gratitudine – è per il suo tratto cristianamente umano che molti, anche tra voi qui presenti, possono testimoniare. Un prete capace di ascolto autentico, di interesse vero per le persone che aveva davanti a sé e che, dopo averle incontrate, portava fedelmente nel suo cuore. Un sacerdote radicato nell’incontro con Cristo, che sapeva motivare, incoraggiare, consolare, rafforzare. Per molti un amico che ha lasciato tracce profonde nella vita, per i familiari sempre presente, punto di riferimento. Molti lo ricordano come compagno di viaggio affidabile e discreto, presente senza essere invadente, umile pur nella rilevanza dei suoi compiti, capace di condurre ciascuno all’incontro vitale con il Signore Gesù. Un innamorato di Cristo che vedeva all’opera nella Chiesa: nella Chiesa universale che ha servito lealmente nei lunghi anni in Segreteria di Stato, e nella Chiesa particolare della sua diocesi di Treviso, alla quale si sentiva legato con forza crescente con il passare degli anni”.

E citando la recente “Peregrinatio” del corpo di san Pio X, che mons. Bonora ha accompagnato dal Vaticano a Treviso, e poi a Padova e a Venezia, il vescovo Tomasi ha sottolineato che proprio “all’intercessione di papa Sarto affidiamo la vita di don Lucio”, definendo la sua morte “un distacco che sentiamo troppo repentino, ma che viviamo nella salda speranza che ci incontreremo nella vita che non muore, nell’amicizia di Cristo e di tutti i suoi santi”.

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Al termine della celebrazione, mons. Tomasi ha ricordato che “don Lucio è stato contento di essere un servitore del Signore da sacerdote ed è stato accanto a molti giovani nella ricerca e nel cammino vocazionale”, e ha invitato a pregare “per le vocazioni al sacerdozio ministeriale e alla vita religiosa e consacrata, affinché la bellezza della Chiesa possa splendere sempre di più senza macchia e senza ruga, quella bellezza alla quale don Lucio ha collaborato così tanto con l’impegno della vita”.La salma di don Lucio, dopo il funerale, è stata tumulata nel cimitero di Caerano di San Marco, suo paese natale.L’omelia integrale del Vescovo

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