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Discepole del Vangelo, a Castelfranco prima professione per Chiara Pozzobon

“Rallegratevi ed esultate. Cara Chiara, tu hai scelto di farti trovare là, alle pendici del monte, tra quella folla che cercava Gesù per avere speranza... e ti trovi ad accogliere un invito alla gioia, alla felicità, alla beatitudine così bello e insperato”. Queste le parole del vescovo Michele durante l’omelia

“Rallegratevi ed esultate. Cara Chiara, tu hai scelto di farti trovare là, alle pendici del monte, tra quella folla che cercava Gesù per avere speranza... e ti trovi ad accogliere un invito alla gioia, alla felicità, alla beatitudine così bello e insperato”. Queste le parole del vescovo Michele durante l’omelia per la Prima professione di Chiara Pozzobon. Domenica 9 giugno Chiara, originaria di Albaredo (Vedelago), ha vissuto la sua Prima professione religiosa tra le Discepole del Vangelo, nella fraternità principale Jesus Caritas di Castelfranco Veneto.

Tante le persone che si sono riunite attorno alla fraternità, per accompagnare e condividere la gioia di una giovane che “ha scelto una strada controcorrente per il mondo di oggi”.

A Natascia, catechista di Rustega, è rimasta impressa la celebrazione eucaristica: “I canti, le preghiere e i gesti semplici e delicati, hanno dato un senso ancora più profondo a quello che, insieme, stavamo vivendo. Ecco, mentre nel mondo continuava a scorrere la storia, tra il bello e il brutto che lo abita, in questo pezzo di terra, sotto questo lembo di cielo, lo Spirito ha soffiato e si sa che, quando soffia, le cose non restano più come prima. È questa la speranza che si leggeva nel volto di tutti i presenti raccolti in preghiera: la speranza di un futuro di gioia per Chiara e, con lei, per l’umanità tutta”.

“La professione religiosa di Chiara è un dono per tutti”, come esprimono i suoi familiari. È stato un dono prezioso anche il momento di convivialità e di festa, che ha seguito la celebrazione, fatto di sapori e colori diversi. Un momento che ha coinvolto tutti, dai più grandi ai più piccoli, in un clima di gioia e fraternità che ha permesso, come hanno detto i familiari di Chiara, di “abbattere un tabù e uno stereotipo sulla vita consacrata”.

Anche per gli amici più giovani, per Emma, Linda e Susanna, è stato bello “accompagnare Chiara in questo giorno così importante, condividendo la speranza che questo suo «sì» ci aiuti a seguire il progetto che Dio ha in serbo anche per noi”.

È questo, conclude Natascia, ciò che si leggeva nel volto di tutti i presenti: “La speranza di un futuro di gioia per Chiara e con lei per l’umanità tutta. La fiducia concreta che la bella notizia del Vangelo possa viaggiare sulle gambe di Chiara, dove e come il Signore permetterà, portando per il mondo semi di pace, luce e gioia. Un desiderio di bene universale, di amore per la vita e per l’umanità, perché semplicemente ci riconosciamo figli dello stesso Padre”.

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