domenica, 15 settembre 2024
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Camposcuola tra amicizia e servizio a Spinea

Circa trenta ragazzi di terza superiore sono andati a Milano, per sperimentare il servizio in diverse realtà e per incontrare la comunità “Kayròs” che accoglie una cinquantina di ragazzi minorenni o appena maggiorenni che stanno scontando una pena alternativa al carcere

L’estate è sempre un periodo molto intenso per le attività rivolte ai ragazzi e ai giovani: campiscuola tradizionali, esperienze di servizio, cammini, per condividere fatica, bellezza, amicizia.

Nella Collaborazione pastorale di Spinea, moltissimi i giovanissimi che hanno scelto di vivere l’esperienza di animatore ai campi per i ragazzi di elementari e medie. Circa trenta di loro, di terza superiore, sono andati a Milano, per sperimentare il servizio in diverse realtà (con le persone disabili, alla mensa dei poveri e con le persone senza fissa dimora) e per incontrare la comunità “Kayròs”, fondata da don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile “Cesare Beccaria”. La comunità attualmente accoglie una cinquantina di ragazzi minorenni o appena maggiorenni: alcuni sono sottoposti a custodia cautelare, per reati di cui sono accusati; altri vengono mandati dal tribunale a vivere lì il periodo di “messa alla prova”, per la pena che stanno scontando; altri ancora chiedono spontaneamente di essere ammessi, perché riconoscono di aver bisogno di aiuto. Abbiamo avuto l’opportunità di dialogare a lungo con don Claudio, con alcuni ospiti della comunità e con qualche educatore, che ha scelto quella professione dopo essere stato accolto lui stesso in passato nella comunità.

Kayròs è il tempo favorevole per ciascuno, il tempo buono per decidere di prendere in mano la propria vita e farla sbocciare, con la consapevolezza che, come dice don Claudio, “non esistono ragazzi cattivi”. Solo partendo da questa visione dell’altro, può essere possibile cercare di accogliere tutti, andando oltre il pregiudizio.

Per questi giovani che hanno vissuto il campo a Milano, i giorni trascorsi lì sono stati un’occasione di crescita. Anche se partecipano a campi parrocchiali da diversi anni, ogni volta è qualcosa di nuovo che non ti aspetti. Le proposte di servizio, di preghiera, di fraternità... li mettono davanti a realtà che, al di fuori di questi contesti, difficilmente si troverebbero a sperimentare. La vita comune lontana dal contesto familiare e dai confort abituali, la condivisione coi propri coetanei, anche solo per una settimana, tira fuori chi sei, aiuta a comprenderti in rapporto agli altri, mostrando limiti e doni che ognuno ha.

Chiedendo ad alcuni giovani (Gaia, Paris e Linda) cos’è stata questa esperienza per loro, ci hanno raccontato che “la comunità Kayròs colpisce molto. Era visibile la situazione difficile delle persone che ne fanno parte: persone chiuse, diffidenti, specie chi è arrivato da poco. Allo stesso tempo, stupisce come, attraverso l’approccio accogliente degli operatori, ritrovino la capacità di entrare in relazione e rileggere la loro vita. Le parole d’ordine sono libertà, percorso personale e fiducia”. E ancora: “Sono molto felice perché questa esperienza a contatto con i giovani che escono dal carcere e cercano la loro strada per la vita mi ha aperto gli occhi. Ho compreso meglio che ciascuno può cambiare, che c’è sempre un’altra possibilità, un modo per uscire da situazioni difficili quando non ce lo aspettiamo e viviamo nella delusione. Per fortuna posso vivere in un contesto in cui ho la possibilità di scegliere liberamente il mio futuro, mentre sono entrata in contatto con persone che questa possibilità non l’hanno avuta, o, comunque, per le quali scelte diverse da quella dell’illegalità è molto difficile”.

“Kayros mi ha sorpreso. Avevo dei pregiudizi verso quei ragazzi che hanno vissuto vite diverse dalle mie. Parlando con loro e ascoltando don Claudio, alla fine ho scoperto che sono ragazzi che hanno fatto i loro errori, ma, in fondo, sono come noi. Le parole di don Claudio mi hanno stupito. Ha colto la modalità per aiutare i ragazzi: metterli in caselle tutte uguali non gli permette di tirare fuori i loro sogni e passioni, invece, attraverso un bell’ambiente accogliente, la musica, il giocare assieme, possono trovare quello che gli piace fare e possono cambiare”.

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