giovedì, 13 febbraio 2025
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Laboratori e uscite per vivere la casa della carità di Caritas

Positivo bilancio per il progetto Emmaus. Grazie a un finanziamento dell’8 per mille di Caritas italiana si è potuto sperimentare un modo “partecipato” di abitare gli spazi, anche coltivando le passioni artistiche e le abilità di ospiti, volontari e operatori

Che differenza c’è tra un bisogno e un desiderio? È a partire da questa domanda che, due anni fa, Caritas tarvisina ha avviato il progetto Emmaus, con il contributo 8xmille di Caritas italiana. L’obiettivo è di guardare le persone senza dimora che arrivano in Casa della Carità da una prospettiva diversa: gli ospiti non sono semplici destinatari di assistenza con dei bisogni da soddisfare, ma soggetti attivi, con capacità e desideri, che possono partecipare alla vita della casa stessa. Il progetto si struttura in una serie di laboratori artistici, eventi conviviali, e attività di partecipazione. Emmaus ha, così, avviato un processo trasformativo che ha coinvolto volontari/e, operatori e operatrici Caritas e ospiti, e ha gettato le basi per una nuova visione della Casa della Carità. Si è smesso di pensarla soltanto come un luogo in cui prendersi cura dei bisogni dei più poveri ed erogare servizi (come la mensa, la doccia, la lavanderia) e si è cominciato a stare insieme in modo più fraterno, organizzando occasioni informali in cui emergono le caratteristiche individuali e i desideri di ciascuno. Con il progetto Emmaus, sedersi attorno a un tavolo per mangiare insieme è stato spesso il tramite per dedicarsi del tempo di fraternità. Nel 2024 sono state realizzate 7 cene interculturali a Casa Jawo, lo spazio giovani della Caritas di Treviso, in cui ragazzi, ragazze e ospiti hanno preparato insieme una ricetta dal mondo. Si è, poi, organizzata una cena speciale in occasione della festività di Aid El Fitr e del Natale, un’altra al termine della giornata di “Porte aperte” della Caritas diocesana, una pizza in un locale del centro di Treviso e un festeggiamento di fine anno insieme ai giovani e alle giovani del “Finire in bellezza”, iniziativa diocesana di servizio accanto ai più poveri.

Emmaus ha valorizzato anche il desiderio di bellezza, ovvero la possibilità di godere di ciò che arricchisce l’anima. La povertà non cancella la passione: molti degli ospiti desiderano leggere, visitare i luoghi culturali della nostra regione, e c’è chi coltiva la propria creatività realizzando bellissime illustrazioni, opere d’arte con oggetti di riuso, manufatti in ceramica. Circa 20 ospiti hanno partecipato alle visite culturali organizzate con Emmaus: una a una mostra fotografica a Bassano; l’altra alla Biennale di Venezia. All’interno del Festival Biblico, inoltre, si è messo in scena, con la partecipazione di alcuni ospiti, lo spettacolo teatrale “Medea per strada”. Sono stati realizzati 5 laboratori di ceramica, uno di caricature e uno di riuso creativo, condotti direttamente da alcuni ospiti che si sono resi disponibili per condividere il proprio talento con il gruppo. Emmaus ha profondamente trasformato la relazione tra coloro che vivono quotidianamente la casa, gettando il seme per un nuovo modo di intendere la relazione di aiuto: un incontro tra pari, riconoscendo le risorse che ciascuno ha già dentro di sé.

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