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San Damiano de Veuster, il missionario dei lebbrosi

“Ho visto il film di Padre Damiano(Molokai) che mi ha affascinato moltissimo; è stato forse questo il momento che ha marcato in me la necessità di fare un salto di qualità per realizzare la mia vita di battezzata”. Così suor Gina Simionato, suora Dorotea, di Santa Cristina di Quinto (TV), ricordava la scintilla della sua vocazione. 

“Ho visto il film di Padre Damiano(Molokai) che mi ha affascinato moltissimo; è stato forse questo il momento che ha marcato in me la necessità di fare un salto di qualità per realizzare la mia vita di battezzata”. Così suor Gina Simionato, suora Dorotea, di Santa Cristina di Quinto (TV), ricordava la scintilla della sua vocazione. Morirà a 55 anni, assassinata nell'ottobre 2000 in Burundi. Il 15 aprile 1889 a 49 anni moriva, nel lebbrosario di Molokai, colui che avrebbe acceso in molti, come in suor Gina, il fuoco della missione. Damiano De Veuster, nato nel 1840 in un piccolo villaggio belga, durante gli studi teologici chiese di partire come missionario nelle isole Hawaii. Sarà in una di queste isole, Molokai, che padre Damiano vivrà la sua straordinaria avventura di prossimità ai malati di lebbra. Per loro non c'era possibilità di guarigione e la soluzione del problema sanitario voleva dire “assenza di ogni contatto”. Chi, come il missionario belga, sceglieva di andare tra i lebbrosi sapeva che era “per sempre”. A Molokai ,“l'inferno dei vivi”, o “il cimitero dei viventi”, Padre Damiano vivrà per sedici anni trasformandolo in luogo di vita e di fede. Alla fine del 1884 venne ufficialmente diagnosticato lebbroso. Egli scrisse ai suoi superiori . “...sono diventato lebbroso. Penso che non tarderò ad essere sfigurato. Non avendo alcun dubbio sul vero carattere della mia malattia, io resto calmo, rassegnato e felicissimo in mezzo al mio popolo”. Arrivando a Molokai, fin dalla prima predica si era espresso dicendo:“Noi lebbrosi”. Alla morte di padre Damiano, la cui fama aveva da tempo raggiunto ogni parte del mondo, toccando il cuore di molti, al di là dell'appartenenza religiosa, il “Times” scrisse: “Questo prete cattolico è divenuto per tutta l'umanità un amico”. Un'amicizia, che in questi nostri giorni tremendi, oltre cento preti italiani hanno vissuto fino alla morte. Non fu facile l'iter della canonizzazione di padre Damiano, carattere impulsivo, ma si deve alla tenace supplica di Madre Teresa di Calcutta se nel 2009 venne proclamato santo. I santi della carità si capiscono tra loro.

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