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La santa semplicità di Bernadette

“Dio mio, ti amo con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le mie forze...Madre di Dio, prega per me, povera peccatrice...povera peccatrice”. Furono le ultime parole di Bernadette Soubirous. Erano le tre e un quarto di pomeriggio del mercoledì di Pasqua, 16 aprile 1879. Vent’anni prima, sempre un mercoledì di Pasqua, nella penultima delle 18 apparizioni della Vergine alla grotta di Lourdes, la fiamma del cero che Benardette teneva con sé, per dieci minuti le lambì i palmi delle mani, senza lasciare alcuna bruciatura.

“Dio mio, ti amo con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le mie forze...Madre di Dio, prega per me, povera peccatrice...povera peccatrice”. Furono le ultime parole di Bernadette Soubirous. Erano le tre e un quarto di pomeriggio del mercoledì di Pasqua, 16 aprile 1879. Vent’anni prima, sempre un mercoledì di Pasqua, nella penultima delle 18 apparizioni della Vergine alla grotta di Lourdes, la fiamma del cero che Benardette teneva con sé, per dieci minuti le lambì i palmi delle mani, senza lasciare alcuna bruciatura. Il medico che la stava osservando, fino a quel momento incredulo sulle apparizioni, sconvolto potè solo dire: “Benardette, io non so che cosa hai visto, ma adesso credo che tu vedi qualcosa...!”. Qualcuno afferma che la prova più autentica della verità di Lourdes sia Bernadette stessa. La sua semplicità, schiettezza, autenticità, il rifiuto assoluto di ogni guadagno legato alle apparizioni, ne fanno una testimone credibile che ancora oggi affascina chi avvicina la storia di Lourdes. La lunga e dolorosa malattia che la segnò ce la rende in questi giorni dolorosi ancor più vicina. Chi come lei aveva “scavato” la sorgente d’acqua, non ne ebbe mai alcun “miracoloso” beneficio, e a chi le chiedeva quanta acqua si dovesse prendere, rispondeva: “Basta una goccia, ma presa con fede”. Nel convento di Nevers il suo mestiere fu quello, come lei stessa diceva, di “fare la malata”, e se qualcuno si stupiva che non avesse più avuto apparizioni, rispondeva: “Sono come una scopa, dopo che la si è usata, la si mette dietro la porta”. Eppure a distanza di 140 anni, il suo corpo rimane incorrotto, come se un’altra fiamma, quella della morte, non potesse consumarla. Quasi un anticipo di quel corpo glorioso e incorruttibile che, come il Cristo e la Vergine Maria, anche noi avremo alla fine dei tempi.  Poco prima di morire Bernadette chiedeva: “La cosa più semplice che si scriverà (di Lourdes), sarà la migliore. Quando leggo la Passione, resto più toccata di quando la si spiega”. Non c’è nulla, infatti, di più straordinario della semplicità.

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