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Come Marcellino, anche noi condividiamo il pane e il vino, con il Signore commensale

A metà degli anni cinquanta l'uscita del film “Marcellino pane e vino” fu un trionfo strepitoso, grazie anche all'intensa interpretazione del piccolo Pablito Calvo, di soli sei anni, nei panni del protagonista. Il fascino di questo film, dalla trama semplice e pura, è legato alla freschezza e all'incanto con cui Marcellino vive l’incontro con un crocifisso abbandonato in soffitta, con cui parla, si confida e a cui porta in cibo pane e vino.

Marcellino: “Ti ho portato pane e vino, non so se ti piacerà, ma i frati dicono che fa bene, se tu scendessi giù potresti venirlo a mangiare qui”. Gesù: “Sai allora chi sono? Marcellino: “Sì, sei Dio”. Gesù: “Tu sei un bambino buono e io ti benedico”.

A metà degli anni cinquanta l'uscita del film “Marcellino pane e vino” fu un trionfo strepitoso, grazie anche all'intensa interpretazione del piccolo Pablito Calvo, di soli sei anni, nei panni del protagonista. Il fascino di questo film, dalla trama semplice e pura, è legato alla freschezza e all'incanto con cui Marcellino vive l’incontro con un crocifisso abbandonato in soffitta, con cui parla, si confida e a cui porta in cibo pane e vino. Il volto di questo bambino, dagli occhi sgranati, è l’icona dello stupore di fronte al mistero della vita e di Dio. C’è, forse, anche nella nostra vita una soffitta in cui non ci siamo mai avventurati. Se un giorno sapremo scoprirla potremo anche noi vivere il più umano e sorprendente degli incontri, quello con un Gesù vivo dentro la nostra storia.

Scriveva un monaco attento alle inquietudini del cuore umano: “La nostra speranza è il mistero di Cristo dentro di noi. Più l’uomo si lascia scavare da questa realtà e più resiste ai venti e alle burrasche sui mari interiori mai veramente esplorati della nostra persona umana” (frere Roger). Nel film c’è un singolare scambio di parti, è Marcellino che dona pane e vino a Gesù, e non viceversa, pensando a quanto avviene invece nell'Eucaristia. E’ quanto anche noi viviamo da tempo, chiamati a condividere il pane e il vino delle realtà quotidiane, con il Signore commensale alla nostra tavola. Il dialogo finale tra Marcellino e Gesù ci svela il senso della vita come dono. Chiede il piccolo orfano:“Le mamme che fanno?”. Risponde Gesù: “Danno, danno sempre”, “E che danno?”, “Tutto se stesse, la vita e la luce degli occhi ai figli, finché diventano vecchie e curve”, “Anche brutte?”, “Brutte no, Marcellino, le mamme non diventano mai brutte”. E’ lo stupore di un amore senza fine e che in questi giorni si è svelato nell'umile dono di sè, da parte di tanti.

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