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Speciale 130°: fedeli al territorio, nel rispetto dei lettori

In un momento in cui il mondo della carta stampata è interessato da una crisi economica e identitaria la cui conclusione temporale non è facile intravedere, festeggiare un simile anniversario diviene ancora più importante e significativo in quanto offre davvero un segnale di speranza.

28/12/2021

Centotrent’anni di servizio alla Chiesa e ai lettori rappresentano una storia davvero invidiabile nel panorama editoriale, ecclesiale e culturale del nostro Paese.

In un momento in cui il mondo della carta stampata è interessato da una crisi economica e identitaria la cui conclusione temporale non è facile intravedere, festeggiare un simile anniversario diviene ancora più importante e significativo in quanto offre davvero un segnale di speranza.

Non so quale sia il segreto di questa longevità ma, sfogliando le pagine di “La Vita del popolo” mi pare innanzitutto di cogliere due elementi che hanno da sempre segnato il cammino delle testate diocesane in tutta Italia: la fedeltà al territorio e il rispetto dei lettori.

L’attenzione al territorio significa ancora “consumare le suole delle scarpe - come ci ricorda papa Francesco nel Messaggio per le comunicazioni sociali 2021 - per non rimanere spettatori”. E così il territorio non è più luogo fisico, ma diventa il luogo teologico in cui anche la Chiesa trevigiana è impegnata a vivere il cammino sinodale cui il Papa l’ha chiamata: un luogo i cui confini si aprono al mondo, nell’attenzione a una missionarietà, che è solidale in quanto condivisa, e che sulle pagine di “La Vita del popolo” trova sempre un non usuale spazio.

Già tutto questo è parte di quel rispetto al lettore a cui accennavo prima. Qui il settimanale mi pare si segnali per la scelta - non scontata nel panorama massmediale nazionale attuale - di offrire sempre un linguaggio positivo e mai aggressivo, avvicinandosi - come ancora ci ricorda papa Francesco - “ai protagonisti delle notizie con lo sguardo del Narratore, sapendo che “nessuno è una comparsa nella scena del mondo e la storia di ognuno è aperta a un possibile cambiamento”.

Ecco, allora, il “grazie!” che mi sento di rivolgere a nome di tutta la Federazione italiana dei settimanali cattolici a mons. Lucio Bonomo e a tutti i giornalisti e collaboratori del giornale per essere oggi i continuatori di una storia così lunga e significativa, in una diakonia informativa capace di rinnovarsi di settimana in settimana.

*Federazione italiana settimanali cattolici

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