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Padri: separati, ma mai dai figli

Accade sempre più spesso che i padri separati, pur nella loro volontà di essere partecipi del processo educativo del proprio figlio, vengano espropriati di questo diritto, anche a causa di un sistema giudiziario da aggiornare. La denuncia dell’avvocato trevigiano Renea Rocchino Nardari. Viene qui proposta una sintesi di una più ampia inchiesta pubblicata su "Vita".

12/03/2015

“Ho scritto questo libro per dare voce a tutti quei padri, molti dei quali conosciuti nel corso della mia professione, privati del sacrosanto diritto di amare e di essere amati dai loro figli”.
Lo afferma l’avvocato Renea Rocchino Nardari, trevigiana, una delle prime donne ad essere avvocato della sacra Rota, vicepresidente della Fondazione Zanetti onlus. Il libro, da lei scritto, si intitola “Padri calpestati” e racconta, come si legge nel sottotitolo, “dieci storie vere di padri separati”.

Testimonianza: lunga odissea senza giustizia

Come la storia di Lorenzo (nome di fantasia), piccolo imprenditore che vive nel Trevigiano. Passerà l’ennesima festa del papà senza sua figlia. Senza vederla, ma probabilmente, anche senza sentirla. Lorenzo (il nome è di fantasia, viene in un paese del Trevigiano) mostra il cellulare, dove ci sono gli ultimi contatti con la figlia quasi ventenne. L’ultima telefonata è di gennaio, l’ultimo sms è di circa un mese fa. Poi, tanti messaggi senza risposta.
Lorenzo è preoccupato. Dopo la maturità sua figlia Stefania ha scelto di studiare a Londra. “Non so come sta, se ha dei problemi. O se invece, come probabile, non voglia parlare con me”. Con lei non ha mai avuto un rapporto facile, fin dalla separazione con la moglie, avvenuta 11 anni fa. Lorenzo spiega che fin da subito la madre l’ha messa contro di lui, che gli spazi, pure previsti dalle sentenze che già per il padre erano penalizzanti, si sono via via ristretti. Da gennaio la tormentata vicenda giudiziaria ha visto il suo epilogo. Ma con l’ultimo assegno si è ostruito, quasi immediatamente, il canale di comunicazione con Stefania. “Man mano i miei spazi con lei si restringevano, era ostile nei miei confronti. Sono partito convinto di aver ragione e mi hanno fatto passare fin da subito dalla parte del torto. Usando la figlia, lei è riuscita a vincere quasi tutte le «partite». Alla fine ho detto basta, abbiamo messo la parola fine”.

Le proposte dell'avvocato Nardari
All’avvocato Rocchino Nardari il tema sta molto a cuore. Negli ultimi anni la sua attività l’ha portata a toccare con mano quelle che considera palesi ingiustizie. Certo, si guarda alla problematica da un’ottica particolare: “Mi sono appassionata alle storie di questi padri, mica difendo tutti i padri”, spiega Nerea Rocchino Nardari.
“Ma accade sempre più spesso che i padri siano la parte lesa, diventino vittime, o nemici da sfruttare”, continua l’avvocato. Il tutto anche a causa di una frettolosa interpretazione delle leggi, in sede processuale, da parte degli operatori della Giustizia. Insomma la legge 54/2006, nella quale è stata introdotta la logica dell’affidamento condiviso ad entrambi i genitori, resta ancora lontana dall’essere applicata, anzi secondo l’avvocato Nardari “è stata svuotata degli obiettivi per cui è nata, per cui vanno superate le rigidità relative all’affidamento dei figli, all’assegno di mantenimento, all’assegnazione della casa coniugale”. E se, come è giusto, ci si fa guidare dall’interesse del minore, appare chiaro che il suo principale diritto è quello di crescere con la presenza di entrambi i genitori, in un clima di affetto. E che questo viene prima, ad esempio, del restare per forza nella casa in cui si è nati.
L’avvocato non esita a fare delle proposte che suonano come “rivoluzionarie”: “Va eliminata la figura del genitore «collocatario», riconoscendo parità ai genitori e stabilendo per i minori una doppia residenza. personalmente ritengo in gran parte superato l’assegno di mantenimento per l’ex coniuge, se non in casi di assoluta necessità”.

Ulteriori approfondimenti e testimonianze sulla Vita del popolo di domenica 15 marzo

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