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Migranti e Ong, la Caritas esorta: serietà e serenità, non teatrini

 Anche la Caritas, come il ministro dei trasporti Graziano Del Rio, ritiene che il tema non “debba essere centrato esclusivamente sul codice di condotta delle Ong ma sul salvataggio, perché al di là dei Codici c’è in gioco la vita umana, che è la nostra preoccupazione maggiore. E chi se ne prende la responsabilità?”.

Un invito “ad uscire da questo ‘teatrino’ con due fazioni opposte insostenibili – chi sta pro o contro i salvataggi umanitari -, perché si stanno dando messaggi non veritieri e a farne le spese sono i migranti”. A parlare al Sir è Oliviero Forti, responsabile dell’ufficio immigrazione di Caritas italiana, che interviene nel dibattito sul codice di condotta per le Ong e i salvataggi dei migranti. Anche la Caritas, come il ministro dei trasporti Graziano Del Rio, ritiene che il tema non “debba essere centrato esclusivamente sul codice di condotta delle Ong ma sul salvataggio, perché al di là dei Codici c’è in gioco la vita umana, che è la nostra preoccupazione maggiore. E chi se ne prende la responsabilità?”. “Il fatto che ci siano persone riportate in Libia dove vengono violati i diritti umani – ricorda Forti -, e persone salvate in attesa di essere sbarcate, sono tutti elementi da prendere in considerazione, perché esistono norme di diritto internazionale da rispettare. Tutto il resto del dibattito rischia di diventare un teatrino che in questa fase non serve a nessuno. Non dimentichiamo che l’Italia è già stata condannata in passato per i respingimenti illegittimi verso la Libia con il ‘caso Hirsi'”.

Forti chiede “di avere il coraggio di abbassare i toni e mettersi tutti intorno ad un tavolo, per cercare di fare insieme una politica nell’interesse di tutti, sia del Paese che accoglie, sia degli immigrati”. “Bisogna riportare il dibattito su un piano di serietà e serenità – sottolinea -, uscendo dal ‘cul de sac’ legato alle Ong e affrontando seriamente la questione libica e tanti altri temi legati, altrimenti si accentua la divisione tra queste due pseudo-fazioni e tutto ciò si ripercuote sull’accoglienza nei territori”. Anche a proposito della presenza a bordo della navi di personale armato la Caritas pensa che “le armi non risolvono il problema, è solo un messaggio securitario che non serve certo a frenare le partenze”.

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