Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Maschile e femminile: la fatica di fare i conti con la differenza sessuale
Terza puntata del nostro dossier sul “Gender". L’«alleanza tra l’uomo e la donna» è l’elemento da cui ripartire per una proposta adeguata agli uomini e alle donne di oggi; costituisce un invito a lavorare per rafforzare tale rapporto fondamentale, mettere energie per l’accettazione dell’altro, diverso da noi, che ci fa paura, perché porta con sé un possibile conflitto
Nel precedente articolo abbiamo iniziato a “metterci alla scuola” di papa Francesco. Si è visto come egli non manchi di mettere a tema (1.) la «colonizzazione ideologica» in atto a proposito della tematica del gender: far entrare a forza e in modo subdolo in una cultura idee che le sono estranee per il vantaggio di alcuni.
Alla ricerca delle cause
Papa Francesco, oltre ad indicare e a chiamare per nome i problemi a cui siamo esposti riguardo al tema dell’identità sessuale, ricerca anche le cause di tale deriva. Nell’udienza del 15 aprile scorso ha detto in proposito: «La cultura moderna e contemporanea ha aperto nuovi spazi, nuove libertà e nuove profondità per l’arricchimento della comprensione di questa differenza (uomo-donna, nda). Ma ha introdotto anche molti dubbi e molto scetticismo. Per esempio, io mi domando, se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un passo indietro. La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione».
Con tali parole, papa Bergoglio mette in luce una possibile causa delle teorie del gender: la fatica di fare i conti con la differenza sessuale. E, si noti bene, quando si parla di “differenza sessuale” si intende la differenza uomo-donna (2), non una generica differenza tra orientamenti (quanti sono: 56? 70? 18?). La relazione con l’altro sesso non è facile, non è mai data per scontata: due mondi differenti che si incontrano, due modi di pensare e di vedere la realtà, in continua tensione tra loro. Di fronte a tale fatica, dice il papa, scappiamo, perché frustrati e rassegnati.
Abituati, forse, a parlare del rapporto uomo-donna in modo ideale, soltanto come perfetta complementarietà e corrispondenza, come impegno di comprensione e accoglienza reciproca, come luogo dell’amore totalmente disinteressato, abbiamo dimenticato di affrontare la parte di tensione e di fatica presente in ogni rapporto uomo-donna: tensione e fatica che non sono incidenti di percorso, ma “costitutivi” di tale relazione.
In qualche incontro nelle parrocchie sul senso dell’essere maschi e femmine secondo la Bibbia, di fronte al tentativo di mostrare le tensioni che esistono tra uomo e donna per il fatto che essi sono un maschio e una femmina, mi ha stupito sentirmi dire: «Lei ha un visione negativa del matrimonio». Probabilmente, quando abbiamo in mente un’idea (modello?) di coppia come possibilità di totale comprensione reciproca, di assoluta gratuità, non è scontato misurarsi con lo scarto e la tensione che la differenza sessuale porta con sé.
Seguendo le parole del Papa, allora, una causa delle teorie del gender e quindi dell’identità fluida è da trovare nella fatica (e paura?) della relazione uomo-donna: questa relazione mi richiede molte energie, perché non capisco tutto dell’altro e non riesco a farmi capire fino in fondo; mi accorgo che tutti i miei sforzi non servono a migliorare il rapporto, e allora mollo o evito.
Uomo e donna: “di fronte” e “contro”
Uomo e donna sono realmente differenti e tale differenza resta sempre: pensare che in un rapporto di coppia prima o poi tale differenza venga meno non corrisponde all’umanità stessa. Capita spesso di pensare: “Prima o poi riuscirò a dire una frase per cui mia moglie si sentirà capita fino in fondo! Prima o poi troverò le parole per farmi capire”.
Anche la Bibbia è a conoscenza della tensione presente di per sé negli esseri umani, per il fatto che sono uomini e donne. Enzo Bianchi riporta due traduzioni possibili del testo di Genesi 2,18: “un aiuto di fronte a lui” e “un aiuto contro di lui”. Egli afferma, infatti, che «l’alterità uomo-donna comporta una conflittualità, una differenza che crea tensione». E continua: «l’alterità è ciò che più ci indispone, ci disturba e infastidisce: l’uomo e la donna sono infatti l’uno per l’altro, ma al tempo stesso l’uomo è un problema per la donna e la donna è un problema per l’uomo». La donna è un aiuto per l’uomo proprio perché è “di fronte” a lui e “contro” di lui (e viceversa): l’altro modo di pensare mi è di aiuto proprio perché mi è “contro”, perché non posso esserne il padrone, perché resta mistero, e mi spinge oltre me. L’altro/a è un mondo che sfugge alla presa: per incontrarlo/a, sono chiamato a «dominare l’animalità interiore» (A. Wénin).
Per questo, la differenza sessuale (uomo-donna) è difficile: è un rapporto impegnativo e per questo vorremmo scappare. Ti mette alla pari, ti fa uscire da te, non puoi possederla e in questo ti provoca a diventare adulto. E’ il bambino che crede che tutto ruoti attorno a lui, che è abituato al fatto che altri si preoccupano dei suoi bisogni e (almeno all’inizio) quasi non deve neppure chiedere. La relazione uomo-donna permette di decentrarsi, perché ti fa fare i conti con un mondo differente, altro dal tuo, completamente altro: un altro modo di vedere la realtà.
E’ l’esatto contrario di quanto va di moda oggi, che può essere sintetizzato con la parola “youniverse” (you (tu) + universe (universo)), termine anglosassone inventato per indicare una persona per la quale l’unico riferimento è se stessa, il proprio mondo, che non riesce a guardare fuori di sé, ossia, come dice la pubblicità, “tutto intorno a te”. Cercare, come si fa oggi, il neutro, l’ibrido, l’androgino, l’unisex può essere un modo di evitare tale fatica della differenza sessuale
Alleanza uomo-donna
Di conseguenza, è la relazione stessa tra uomo e donna che domanda una competenza specifica e non una improvvisazione basata sull’ideale. A una coppia di fidanzati che parlava di alcune tensioni che stavano vivendo ho ipotizzato che il motivo di tali difficoltà nel rapporto era da individuare nel fatto che uno era un maschio e l’altra una donna: la loro risposta è stata «e questo cosa c’entra?».
In ambito pastorale (catechismo, gruppi delle superiori…) e in alti ambiti educativi non siamo ancora abituati a mettere in conto che ci rivolgiamo sia a maschi che a femmine: spesso la nostra proposta è rivolta a un essere umano “generico”, all’essere umano come tale, senza tener conto delle differenze tra maschi e femmine (che non riusciamo ancora a esprimere del tutto).
Per questo motivo, è importane l’espressione ripetuta più volte da papa Francesco: «alleanza tra l’uomo e la donna». E’ l’elemento da cui ripartire per una proposta adeguata agli uomini e alle donne di oggi; costituisce un invito a lavorare per rafforzare tale rapporto fondamentale, mettere energie per l’accettazione dell’altro, che ci fa paura, perché porta con sé un possibile conflitto con noi, è “contro di noi”.
Stupisce, inoltre, come il Papa proponga tale allenamento come la via per affrontare la «tecnocrazia economica» che segna e amministra la nostra società: «L’attuale passaggio di civiltà appare segnato dagli effetti a lungo termine di una società amministrata dalla tecnocrazia economica. La subordinazione dell’etica alla logica del profitto dispone di mezzi ingenti e di appoggio mediatico enorme. In questo scenario, una nuova alleanza dell’uomo e della donna diventa non solo necessaria, anche strategica per l’emancipazione dei popoli dalla colonizzazione del denaro. Questa alleanza deve ritornare ad orientare la politica, l’economia e la convivenza civile! Essa decide l’abitabilità della terra, la trasmissione del sentimento della vita, i legami della memoria e della speranza» (Udienza del 16.09.15).
Il 30 settembre, ripercorrendo il viaggio a Cuba e negli Usa, riprende tale idee affermando: «l’alleanza feconda tra l’uomo e la donna è la risposta alla grande sfida del nostro mondo, che è una sfida duplice: la frammentazione e la massificazione, due estremi che convivono e si sostengono a vicenda, e insieme sostengono il modello economico consumistico».
(don Francesco Pesce, docente di Antropologia teologica del maschile e del femminile)