martedì, 19 novembre 2024
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Incidenti stradali in aumento, colpa dei telefonini e delle maggiori distrazioni

Una delle strade più pericolose, almeno secondo le statistiche, è la Feltrina, la strada che va da Treviso a Feltre, in particolare nella zona da Montebelluna al ponte di Fener. La Provincia di Treviso lo ha definito, in passato, uno dei punti neri della viabilità. Sono state realizzate alcune rotonde in prossimità di Montebelluna, Crocetta e Pederobba.Ma secondo gli operatori le cause sono soprattutto altre.

Uno dei prossimi interventi sarà quello di chiudere l’accesso in Feltrina da via Cal Trevigiana, via che si trova, provenendo da nord, subito dopo il cavalcavia di Montebelluna: la pendenza impedisce di calcolare i tempi esatti per accedere alla statale, si sbaglia a valutare velocità e distanze. Parlando con Polizia stradale, Vigili urbani e Carabinieri, tra i primi a intervenire di solito su questa strada, si evidenzia come sia il sorpasso, in una strada ove è pressoché sempre vietato, a causare pericolosissimi incidenti frontali. A questo si aggiunge la velocità, in un tratto dove comunque difficilmente si possono fare controlli. “Abbiamo chiesto alla Prefettura, ma le indicazioni ministeriali, in un tratto con tante variazioni dei limiti di velocità, impediscono di mettere rilevatori fissi. Inoltre noi, forze dell’ordine, percepiamo che in questo momento ci sia più attenzione a controllare i controllori, piuttosto che agire contro chi viola le leggi del codice stradale. Si accusano i Comuni di fare cassa con gli autovelox. Le postazioni mobili di controllo sono difficili da realizzare. Così, si preferiscono realizzare dossi e dissuasori, però salti e perdite di aderenza diventano un vero pericolo anche per i mezzi di soccorso. Infine, nei centri abitati sono vietati gli autovelox, se non nei tratti a scorrimento”.

Sulle cause tutti si soffermano sulla distrazione e l’uso di cellulari: “Il messaggio di notifica, lo squillo, il navigatore, basta un attimo e ti ritrovi sulla corsia opposta. Per i vigili o la polizia è difficile contestare questa infrazione, difficile provare che gli occhi non erano sulla strada, ma sullo schermo di un dispositivo”. Altra criticità sono i giovani, ancora poco esperti: “I cinque che recentemente sono finiti in un vigneto, sono un classico. Il guidatore ha nell’auto cinque persone e non sa che aderenza e tenuta cambiano con un’auto piena, così alla prima curva finisce fuori strada”.

Non è facile per gli operatori di polizia stare sulla strada. “Quando si arriva sul luogo dell’incidente - ci viene raccontato - serve la massima concentrazione. Sistemati i feriti, bisogna rilevare con cura tutte le tracce o i segnali che possono aiutare a ricostruire l’evento, individuare eventuali testimoni. Serve riportare sulla planimetria tutte le tracce ancora visibili, per consentire poi alle parti, in sede di eventuale giudizio, di ricostruire i livelli di responsabilità. Anche qui occorre sapere che vigili e forze dell’ordine accertano le infrazioni, che a volte vengono comminate a tutti i protagonisti, la percentuale di responsabilità verrà poi definita nelle sedi idonee”.

Non è facile, oltre al dolore per alcuni eventi e l’inevitabile partecipazione umana, esiste per l’operatore la complessità delle relazioni che si instaurano al momento di una multa, o peggio ancora, dopo un grave incidente. “Serve molta professionalità. Non siamo tutti uguali. Ogni contatto con i guidatori è una storia a sé, dipende molto dalla situazione. A volte il trasgressore si trova in un momento sbagliato e, se l’operatore non ha pazienza, può scatenarsi di tutto. Qualche operatore sta sulle sue, altri cercano un dialogo. In genere evitiamo la multa sul posto dopo un incidente, preferiamo convocare successivamente in ufficio o al comando: dopo che lo shock è stato superato, si può ragionare a mente fredda”.

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