Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Immigrati: i veri numeri degli sbarchi
Nei primi tre mesi del 2014 il numero di migranti arrivati via mare nel nostro Paese è di 13 volte superiore allo stesso periodo del 2013; la regione maggiormente coinvolta dal fenomeno è la Sicilia in cui si registrano il 98% degli sbarchi del 2014. Studio della Fondazione Leone Moressa.
La crescente instabilità politico-economica-sociale di tanti Paesi dell'Africa sembra avere un effetto immediato sugli sbarchi degli migranti. Il peggioramento delle condizioni economiche e i conflitti in corso spingono un numero sempre maggiore di persone a fuggire dalla propria terra di origine. Nei primi tre mesi del 2014 il numero di migranti arrivati via mare nel nostro Paese è di 13 volte superiore allo stesso periodo del 2013; la regione maggiormente coinvolta dal fenomeno è la Sicilia in cui si registrano il 98% degli sbarchi del 2014. Nel triennio 2011-2013 l’andamento degli sbarchi è stato instabile: se nel 2011 sulle coste italiane sono arrivati quasi 63 mila migranti, l’anno successivo si è registrato un crollo dell’80% (13 mila) , per poi registrare un’ulteriore crescita nel 2013 (43 mila). Anche i punti di arrivo sembrano essersi diversificati nel tempo: se nel 2011 oltre l’82% dei migranti sbarcava a Lampedusa, Linosa e Lampione, nel 2013 in queste isole si registra solo il 34% degli sbarchi totali, mentre le altre località della Sicilia sono passate dal 7% al 47%. Anche i primi dati del 2014 sembrano confermare questa nuova tendenza.
I conflitti aumentano il numero di migranti. I conflitti interni nei paesi di origine sono uno dei motivi che spingono queste persone a cercare rifugio altrove: questo viene evidenziato anche dalle nazionalità dichiarate al momento dello sbarco: il 26% degli sbarchi del 2013 ha coinvolto oltre 11 mila Siriani, probabilmente in fuga dalla guerra civile iniziata nel 2012 ed ancora in atto nel loro territorio. Lo stesso si può dire per i migranti del Mali i più coinvolti dai primi sbarchi del 2014. Richiedenti asilo, Italia al quinto posto in UE. Pur essendo considerata la “porta d’Europa”, l’Italia non è tra i primi Paesi UE per numero di richiedenti asilo. Al primo posto nel 2013 si colloca la Germania con 127 mila richieste, seguita da Francia (65 mila) e Svezia (54 mila). L’Italia, con 28 mila richieste di asilo, si colloca al quinto posto dietro al Regno Unito. Considerando il numero di richiedenti asilo in rapporto al numero di stranieri residenti, l’Italia registra l’incidenza percentuale più bassa (0,6%) assieme al Regno Unito, ben al di sotto della media europea (2,1%) e ben distante da Paesi come Svezia (8,2%), Ungheria (13,4%) o Polonia (25,7%). In Europa 50 mila richiedenti asilo dalla Siria. Nel complesso dell’Unione Europea il numero di richieste di asilo è aumentato in maniera costante negli ultimi anni, passando da 226 mila nel 2008 a 435 mila nel 2013. Nell’ultimo anno, in particolare, l’aumento è stato del 29,5%. Le prime tre nazionalità dei richiedenti asilo in UE sono Siria (11,6%), Russia (9,5%) e Afghanistan (6,0%).
La situazione italiana delle richieste d’asilo. Il numero di richiedenti asilo in Italia ha subito un andamento altalenante negli ultimi sei anni. Dai 30 mila del 2008 si è scesi a 10 mila nel 2010. Il 2011 è stato invece l’anno con il picco massimo (oltre 40 mila). Nel 2012 il numero si è ridotto a 17 mila, per tornare a crescere del 61,1% nel 2013. Dei 28 mila richiedenti asilo in Italia nel 2013, circa 3.500 (12,8%) provengono dalla Nigeria. Tra le nazionalità più rappresentate, troviamo anche il Pakistan (11,8%) e la Somalia (10,3%). Le previsioni per il 2014. Sono oltre 11.000 le richieste d’asilo nei primi tre mesi del 2014, valore vicino alle 17 mila totali del 2012. Se questo trend fosse confermato, si supererebbero di gran lunga le 28 mila richieste del 2013. Secondo i ricercatori della Fondazione Leone Moressa “L’aumento degli sbarchi e la forte crescita di domande di asilo fanno intuire che la situazione dell’immigrazione nel 2014 rischia di essere difficile da gestire, soprattutto se l’Italia dovrà gestirla da sola”