martedì, 17 settembre 2024
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I giovani e il lavoro che non c'è, scetticismo dagli under 30

Rapporto dell'istituto Toniolo: il 45% degli intervistati dichiara di non saper nulla di "Garanzia Giovani" e tra i Neet circa il 22% lo conosce abbastanza o molto bene lo strumento. Per il il 60% tra tre anni la propria situazione sarà di poco o per nulla migliore rispetto ad oggi.

"I giovani si trovano oggi con livelli di difficolta' ad ottenere e mantenere una occupazione mai sperimentati dalle generazioni nate nel Secondo dopoguerra. Come indicano le statistiche ufficiali, il tasso di disoccupazione giovanile e' salito oltre il 40% (media 2013). La quota di Neet (gli under 30 che non studiano e non lavorano) dal 19% del 2007 e' continuamente lievitata fino a superare il 25% nel 2013 (in Europa solo Bulgaria e Grecia si trovano in posizione peggiore della nostra)". E' quanto sottolinea l'Istituto Giuseppe Toniolo, Ente fondatore dell'Universita' Cattolica del Sacro Cuore, nel 'indagine curata in collaborazione con Ipsos e il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo, che esplora la complessa condizione dei giovani oggi. I dati della rilevazione di approfondimento su questo tema, condotta a luglio 2014 nell'ambito del 'Rapporto giovani'sono stati presentati in anteprima al Meeting di Rimini.

"Per le carenti politiche attive per il lavoro e l'inefficienza della rete dei servizi per l'impiego - spiega una nota - i giovani italiani, rispetto ai coetanei degli altri Paesi sviluppati, si trovano piu' spesso avvolti da una fitta nebbia nelle fasi iniziali del percorso lavorativo, con il rischio di perdersi e finire fuori strada. 'Il Piano 'Garanzia giovani', finanziato dall'Ue e avviato a maggio 2014, nasce proprio come risposta a queste lacune. L'idea di fondo è quella di non lasciare i giovani abbandonati a se stessi davanti ai cancelli di entrata nel mercato del lavoro, ma di aiutarli a introdursi nel modo migliore". L'Istituto Toniolo sottolinea che "quella che viene proposta agli under 30 che si iscrivono al portale dedicato e' - entro quattro mesi dall'uscita dal sistema di istruzione o dall'inizio della disoccupazione - un'offerta 'qualitativamente' valida di lavoro, di tirocinio o di ulteriore formazione. Se questo e' il principale strumento che il Governo italiano sta realizzando come contrasto alla disoccupazione giovanile, quanto è conosciuto davvero tra gli under 30 italiani e quanto ritengono possa davvero, finalmente, migliorare in modo strutturale la loro condizione?".

I dati risultano poco rassicuranti (campione di 1.727 giovani rappresentativo a livello nazionale). Evidenziano, a due mesi dall'avvio, una scarsa conoscenza del Piano del Governo sulla "Garanzia giovani", e una bassa fiducia sull'impatto generale che potra' avere. Il 45% dichiara di non saperne nulla e il 35% di averne sentito vagamente parlare. Meno di un giovane su cinque la conosce abbastanza bene (14%) o molto bene (5%). Anche tra i Neet, la categoria su cui il Piano dovrebbe prima di tutto intervenire, la percentuale di chi la conosce abbastanza o molto bene risulta molto bassa (attorno al 22%). Riguardo agli effetti solo il 37% pensa che migliorera' molto o abbastanza il rapporto dei giovani con il mercato del lavoro. Prevalgono quindi gli scettici con un 54% che afferma che cambiera' poco o nulla. I meno convinti sono proprio i Neet, per i quali quest'ultimo valore sale al 58%. Questi dati, poco, si sottolinea, "riflettono una visione negativa piu' generale degli under 30 italiani non tanto rispetto alle proprie capacita' e alla voglia di emergere nonostante tutto, documentata da altri dati del Rapporto giovani, ma rispetto al fatto che la politica italiana possa veramente migliorare le possibilita' del Paese di crescere valorizzando il contributo della nuove generazioni".

Se si chiede, allora, agli intervistati se pensano che tra tre anni la propria situazione sara' migliore rispetto ad oggi, quasi il 60% risponde poco o per nulla e si sale al 68% se la domanda e' riferita alle condizioni in generale delle nuove generazioni. Questo dato e' la conseguenza del fatto che bassa risulta la fiducia che tra tre anni l'Italia sara' in condizioni migliori di oggi: il 71% pensa che non riuscira' a convergere verso i livelli di crescita degli altri paesi sviluppati.Come sottolinea il professor Alessandro Rosina, uno dei curatori del Rapporto Giovani: "I piu' scettici sono proprio i Neet che rischiano di perdere ogni speranza di miglioramentose non si dimostra davvero che si stanno mettendo in atto politiche concrete ed efficaci che in grado di aiutare i giovani italiani a trovare spazio e opportunita' adeguate nel mondo del lavoro. Sono stanchi di promesse e annunci: vogliono solo fatti. Senza risposte credibili e concrete il rischio e' quello di alimentare sfiducia, frustrazione e fuga verso l'estero. Tanto che un intervistato su quattro concorda con chi pensa che per migliorare davvero la propria condizione piu' che sperare nella Garanzia giovani la scelta migliore sia quella di andare all'estero".

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