Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Via a Sochi 2014, ma la Russia è nervosa
Cominciano le Olimpiadi invernali e crescono le distanze tra Putin, il suo popolo e l'Unione europea.Intervista ad Anatoly Krasikov, professore dell'Istituto europeo dell'Accademia russa delle scienze di Mosca.
Tutto è pronto. Le Olimpiadi di Sochi 2014 sono arrivate. 82 Paesi partecipanti con circa 6mila atleti e membri dei team sportivi, a cui si aggiungono 1.650 atleti paraolimpici. 25mila i volontari, 13mila giornalisti accreditati e 30mila agenti per un dispositivo di sicurezza senza pari nella storia di questo evento sportivo, per le minacce di attacchi terroristici in una regione a due passi dalla inquieta Cecenia e dall’esplosivo Caucaso, con il loro crogiolo di popoli ed etnie che si vogliono affrancare da Mosca. Fiato sospeso di fronte all’operazione faraonica compiuta in 7 anni per ridisegnare una zona della Russia bellissima dal punto di vista naturalistico ma per nulla pronta ad accogliere una tale manifestazione. Cifre da capogiro (con stime attorno ai 51 miliardi di euro) e devastazione ambientale sono le accuse che gravano su Putin che ha voluto qui i Giochi e ha stravolto la città affacciata al Mar Nero e i suoi 400mila abitanti, per rendere possibile le gare sciistiche su Krasnaya Polyana, la montagna a 75 chilometri dalla località balneare di Sochi, dove strutture magnifiche ospiteranno le gare indoor. Uno stadio è stato appositamente costruito per le cerimonie di apertura e chiusura. E poi sfruttamento dei lavoratori, corruzione, rischio terrorismo sono altre obiezioni che il presidente Vladimir Putin si è tirato addosso in questi mesi. Alcune delegazioni politiche nazionali avranno un profilo molto basso: Merkel, Cameron, Hollande hanno rinunciato a essere presenti alla cerimonia di inaugurazione. Perché la Russia ha a livello internazionale alcune questioni aperte: violazioni dei diritti umani, metodi anti-democratici per tacitare le dissidenze, le ambigue posizioni nella vicenda dell’Ucraina… Fatto sta che dal 7 al 23 febbraio gli occhi saranno puntati su questo angolo di mondo. Chi vincerà queste Olimpiadi, che finora hanno raccontato tutt’altro rispetto allo sport? Ecco l’opinione di Anatoly Krasikov, professore dell’Istituto europeo dell’Accademia russa delle scienze di Mosca. Quale messaggio vuole dare la Russia al mondo, secondo lei, in questa circostanza?“Facciamo subito una distinzione tra la dirigenza politica e la società russa. Il Cremlino, e una parte determinata della società, sentono nostalgia della grande potenza dei tempi passati. Mentre la maggioranza della gente pensa ai problemi scottanti di ogni giorno”. Nel clima teso tra Russia ed Europa qualcuno è tornato persino a parlare di “guerra fredda”. Lei vede da parte dell'Europa un interesse reale verso la partnership economica e politica con la Russia? Che prospettive ha la relazione tra Mosca e Ue? “È piuttosto - per ora - un bisticcio che può degenerare in una tensione grave, nel caso scoppiasse una guerra civile in Ucraina a cui seguisse un intervento militare da parte della Russia. Non c’è dubbio che le prospettive dei rapporti tra la Russia e l’Unione europea, sia politici che economici, dipendono dall’evoluzione del clima generale all’est del continente”. Tanti capi di Stato e di governo non saranno presenti all’inaugurazione dei giochi Olimpici per protesta verso le violazioni ai diritti che - almeno questa è l’accusa - avvengono in Russia. Lei pensa che questo “boicottaggio” sia produttivo? “I giochi si faranno lo stesso”. Gli interessi economici dell’Europa e della Russia si scontrano in territorio ucraino. Quale sarebbe invece un “futuro ucraino” per questo Paese?“Io metterei al primo posto gli interessi politici. Capisco bene il sogno dei democratici europei di veder apparire all’Est un Paese attaccato ai valori universali dei diritti dell’uomo. Ma promettendo agli ucraini una pronta entrata nell’Ue, in realtà li inducono in errore. L’Unione non ha ancora digerito la Grecia e alcuni altri Paesi sulla soglia del fallimento economico. Non parlo poi della Turchia, che già da moltissimi anni bussa alle porte dell’Europa. Non credo quindi che la signora Merkel e altri dirigenti della vecchia piccola Europa adottino nella loro famiglia un povero diavolo in più. Dico questo con tutta la simpatia per un popolo di antica cultura cristiana! Se, cionondimeno, l’Ucraina divenisse europea, la Chiesa ortodossa russa perderebbe di lì a poco più della metà del suo gregge”. Che cosa pensa il popolo russo dei 51 miliardi di dollari investiti a Sochi, mentre il Paese vive ancora gravi difficoltà e lentezze, o della contaminazione delle risorse ambientali avvenuta nella regione di Sochi?“Il popolo pensa all'enorme corruzione della classe dominante della Russia…”. In quale misura l’Olimpiade potrà essere un momento effettivo di tregua, di riflessione, di dialogo pacifico a livello internazionale?“Ne ho grandi dubbi”.