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Mangiare la vita di Dio - XX domenica del Tempo ordinario

17/08/2024

Che cosa è necessario a vivere? Mangiare e bere, insieme a respirare. Mangiare e bere sono fra le prime e più necessarie azioni per vivere. Se non beviamo e non mangiamo, moriamo, di sete e di fame.

E fin troppa gente al mondo si trova in queste condizioni.

Tutta la vita che c'è nel mondo, tutta la vita che conosciamo, ha in qualche modo la necessità di mangiare.

Un mangiare scandaloso

Quando Gesù, al culmine del suo dialogo su quel pane condiviso, che ha sfamato una folla intera, quel gesto che abbiamo ascoltato qualche domenica fa, quando Gesù insiste nel dire che è lui il pane, il cibo disceso dal cielo, l'unico cibo che trasforma la nostra vita in vita degna di essere vissuta per sempre, provoca ancor più la reazione di coloro che lo ascoltano.

Quando, poi, arriva a dire che è necessario mangiare della sua carne e bere del suo sangue per entrare in una vita capace di superare tutte le morti che incontriamo nella nostra vita, fino alla risurrezione nel giorno dell'ultimo e definitivo nostro incontro con lui , provocherà in molti il rifiuto di lui e tanti non lo seguiranno più, perché deve assumere un simile insegnamento.

E se ci pensiamo, lo assurdo è davvero. Prima di tutto, non possiamo pensare di diventare cannibali: mangiare la carne e bere il sangue di lui provocato ribrezzo. E come non essere d'accordo con questo sentimento di rifiuto, istintivo e forte?

Assimilare, fare proprie le sue scelte di vita

In un secondo momento, al cuore di questo mangiare la sua carne, di questo bere il sangue, la sua stessa vita, ritorna la proposta che era stata posta all'inizio di questo lungo dialogo: per fare l'opera di Dio, ovvero per ricevere da lui la vita che va oltre la morte, è necessario credere. E' necessario fidarci della proposta di vita che ci fa Gesù, credere che quel modo di vivere che lui realizza giorno per giorno sia davvero il modo di vivere che rende la nostra vita degna di essere vissuta, gustata, goduta fino in fondo, fin dentro le fatiche, le sofferenze, le ferite di morte che ogni giorno attraversano le nostre emozioni, i nostri sentimenti, le nostre relazioni. Vivere dividendo con altri la propria vita, condividendo le proprie capacità ei propri doni, come lui ha fatto fino in fondo, fino alla morte in croce, è, secondo Gesù, il modo più efficace per vivere appieno la propria esistenza. Perché in lui si rende presente lo stile stesso della vita di Dio: colui che dona vita, in maniera sovrabbondante, colui che sostiene ogni vita presente nell'universo. Basta accoglierla con fiducia per iniziare, e per riprendere continuamente, a sperimentarne la forza profonda e trasformante.

Quello che lui ci propone è mangiare e bere, ovvero assimilare, fare profondamente nostro questo modo di vivere perché è ciò che ci può far vivere davvero, iniziando a sperimentare la forza di una vita che ci sostiene di giorno in giorno ben al di là delle le nostre forze quotidiane. Fidarci che se accogliamo, passo passo, scelta dopo scelta, gesto dopo gesto, questo stile di vita, sperimenteremo un sostegno che continua a stupirci, che continua a farci gustare tutto il bene che Dio semina nei nostri giorni. Scegliere, allora, di prenderci cura degli altri e del mondo, a partire dal nostro piccolo coltivare il bene, custodirlo, condividerlo con gli altri diventa mangiare e bere del modo di vivere di Gesù.

Nel concreto di tante scelte quotidiane

E' scelta fatta di tante scelte quotidiane che intessono la nostra esistenza: scegliere di ascoltare, invece di passare via indifferenti, di pazientare, invece che reagire con insofferenza e aggressività, di impegnarci a conoscere meglio quel che accade per poter decidere per il bene più vero, invece che accontentarci di banalità e di giudizi semplificatori. Scegliere di condividere piuttosto che arraffare tutto quel che possiamo per noi, scegliere di provare ad incontrare gli altri, invece che chiudermi in me stesso governato dalle mie paure, di accostare l'altro che soffre invece che sfuggirlo o addirittura vederlo... scegliere di lavorare con gli altri per costruire un mondo migliore per tutti, invece che chiuderci nei nostri piccoli o grandi privilegi, ... ognuno e ognuna di noi può riconoscere che cosa sia più urgente “mangiare e bere” dello stile di vita di Gesù, per lasciarsi trasformare dal proprio modo di vivere.

Una fede impossibile, una scelta assurda?

E tuttavia lo sappiamo: tutto questo supera troppe volte le nostre forze, sembra ben al di là di ciò che la nostra povera e fragile fede è capace di credere e di sperare, sembra più faticoso di quel che il nostro piccolo amore è capace di fare . E per certi versi è proprio così. E così ci sembra assurdo “mangiare e bere” il suo modo di vivere, sentiamo che non siamo capaci di farlo e che è ben difficile credere che questo modo di vivere sia proprio quello che ci dona una vita che vale la pena di vivere.

La sorpresa del dono di Dio

Ma la scelta di Dio in Gesù continua a sorprenderci: lui desidera davvero sostenere la nostra vita con la sua.

Fino al punto da donarcela così come una madre dona da mangiare al suo piccolo. Davvero siamo invitati a fare un gesto come quello di mangiare, di bere, credendo che quel pane, quel vino siano davvero vita sua, vita donata senza pentimenti e in sovrabbondanza. Credendo che questo pane, questo vino che condivideremo in questa eucaristia che insieme stiamo celebrando, possiamo pian piano, con pazienza e tenacia, sostenere e trasformare la nostra piccola fragile vita mortale in vita di Pasqua, vita capace di entrare perfino nella morte senza cedere alla morte stessa, ma continuando a seguire lui, Gesù morto e risorto, fino a entrare nella stessa vita di Dio. Quella vita che vive del condividere con noi e con l'universo intero tutta la gioia necessaria a una esistenza, a una storia davvero degna di essere vissuta, per tutti e con tutti.

(Foto di Pexels da Pixabay)

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