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Veneto, sì al referendum sull'autonomia

ll progetto è passato con divisioni trasversali agli schieramenti e alla singole forze politiche. I voti favorevoli sono stati 30 su 45 consiglieri presenti. Ma sulla consultazione pesa il possibile ricorso alla Corte Costituzionale.

Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato la legge per l'indizione di un referendum sull'indipendenza della regione. La consultazione, proposta dall'ex Udc Stefano Valdegamberi (Futuro Popolare) e dalla Lega, dovrebbe servire per chiedere ai veneti se sono favorevoli a fare della regione una "repubblica indipendente e sovrana". Il progetto è passato con divisioni trasversali agli schieramenti e alla singole forze politiche. I voti favorevoli sono stati 30 su 45 consiglieri presenti.

Otre al gruppo leghista (presente al gran completo con il presidente Luca Zaia), a Valdegamberi e a Gustavo Franchetto di Futuro popolare, hanno detto ‘sì’ Diego Bottacin, Giovanni Furlanetto, Santino Bozza e Sandro Sandri del gruppo misto, Mariangelo Foggiato di Unione Nordest, Leonardo Padrin, Davide Bendinelli e Remo Sernagiotto di Forza Italia, Maria Luisa Coppola di Forza Italia per il Veneto, Costantino Toniolo, Clodovaldo Ruffato del Nuovo centrodestra. Dodici i contrari: nove consiglieri del Partito Democratico, Antonino Pipitone e Gennaro Marotta di Italia dei Valori e Moreno Teso di Forza Italia. Tre gli astenuti: Giancarlo Conta e Carlo Alberto Tesserin (Ncd) e Raffaele Grazia di Futuro Popolare. Dario Bond, Piergiorgio Cortelazzo, Elena Donazzan e Massimo Giorgetti, esponenti di Forza Italia per il Veneto, Nereo Laroni del Nuovo centrodestra e Mauro Mainardi di Forza Italia, non hanno partecipato al voto. Non ha partecipato al voto nemmeno Piero Ruzzante (Pd), uscito dall’aula. Pietrangelo Pettenò della Federazione della Sinistra veneta, pur rimanendo in aula, ha scelto di non votare.

Il risultato sarà considerato valido se avranno votato la metà più uno degli aventi diritto. I costi della consultazione (quantificabili nell’ordine dei 14 milioni di euro) saranno sostenuti con erogazioni liberali e donazioni da parte di cittadini e imprese. Il che significa che ad essa non è stato destinato neppure un euro del bilancio regionale

Ma sulla consultazione – che molti ritengono solo di carattere propagandistico – pesa la concreta possibilità di un ricorso e di un successivo no da parte della Corte Costituzionale. Gli oppositori parlano di operazione irrealizzabile.

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