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Siccità, Coldiretti lancia l'Sos transumanza anticipata: alpeggi senza acqua né fieno
È emergenza siccità negli alpeggi, con i pascoli che sono sempre più secchi e le pozze per abbeverare gli animali asciutte a causa della mancanza di pioggia e delle alte temperature. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sulla situazione in montagna, in riferimento all’ultima ondata di caldo che coinvolge anche i monti veneti.

“Una situazione drammatica sui pascoli in altura, che coinvolge il territorio bellunese, quello vicentino e la Lessinia – sottolinea Coldiretti Veneto – con prati secchi che costringono greggi e mandrie a spostarsi sempre più in alto, o dentro nei boschi, per fuggire dal caldo anomalo. Con le fonti d’acqua in affanno gli animali che rischiano di non avere da bere e in alcuni casi vengono dissetati da rifornimenti di emergenza trasportati con gli elicotteri, con le autobotti e con le cisterne trainate dai trattori”. Dall’altopiano di Asiago fino alle Dolomiti, passando per la comunità montana della Lessinia, la Pedemontana e le Prealpi trevigiane oltre 600 malghe punto di presidio degli allevatori e meta di migliaia di turisti registrano difficoltà dovute al clima. Molti imprenditori agricoli stanno valutando il ritorno a valle forzato e anticipato di diverse settimane per la difficoltà di approvvigionamento del fieno necessario per sfamare gli animali. Negli alpeggi in difficoltà per scarsità d'acqua e prati pascoli secchi è scattata la solidarietà fra gli agricoltori per ospitare pecore e bovini in stalle situate più in alto. “La situazione dei pascoli in montagna è critica – aggiunge Coldiretti Veneto – e in diverse zone si sta procedendo anticipatamente con il secondo taglio di fieno, per salvare il salvabile, visto che dal punto di vista della quantità si sta raccogliendo il 40% del foraggio, che molte aziende sono costrette ad acquistarlo a prezzi altissimi, quando riescono a trovarlo”. Oltre che in pianura gli effetti del cambiamento climatico si fanno, dunque, sentire anche in montagna, con un profondo cambiamento del paesaggio dai pascoli ai ghiacciai. La mancanza di acqua sta mettendo in crisi un sistema fondamentale per l’agricoltura e l’allevamento in montagna, mettendo a rischio produzioni tipiche, dai formaggi ai salumi. “Un patrimonio conservato nel tempo – evidenzia la Coldiretti Veneto – grazie alle imprese agricole che assicurano un impegno quotidiano per la salvaguardia delle colture agricole, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari”. “Si tratta – conclude Coldiretti Veneto – di una risorsa per l’Italia anche che può contare su un patrimonio di antiche produzioni agroalimentari tramandate da generazioni in un territorio unico per storia, arte e paesaggio che sono le principali leve di attrazione anche per quei visitatori italiani e stranieri che ogni estate affollano sentieri e boschi, pascoli e malghe alla scoperta della montagna”.
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