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“Non posso non ringraziare prima di tutto il Signore per quanto ha voluto compiere in me e nella nostra Chiesa"
“Non posso non ringraziare prima di tutto il Signore per quanto ha voluto compiere in me e nella nostra Chiesa. Il Signore mi ha amato e ha dato la sua vita per me donandomi la grazia di essere suo servo e discepolo per testimoniarlo e annunciarlo al mondo. Grazie alla mia famiglia e ai miei parenti, a mio papà Augusto che si starà gustando dal cielo questo momento assieme ai miei nonni, alle parrocchie di Zero Branco, Scandolara, Sant’Alberto e San Donà, insieme alla famiglia del Seminario perché il Seminario ha custodito sin dall’inizio e fatto crescere quanto il Signore mi stava donando”.
Così don Riccardo Marchiori ha detto tra l’altro, al termine della prima messa celebrata a Spinea, in oratorio dei santi Vito e Modesto, sua parrocchia d’origine, domenica 27 giugno. Don Riccardo, 32 anni, era stato ordinato sacerdote a Treviso il giorno prima assieme ad altri tre giovani. Dopo le superiori a Mestre, si è iscritto a Giurisprudenza a Treviso.
Durante l’ultimo anno di studi, nel 2013, ha iniziato il percorso che lo ha portato al sacerdozio. L’ultimo servizio prima dell’ordinazione è stato al Duomo di San Donà di Piave. A festeggiarlo oltre alla comunità (che gli ha donato un’icona), i parenti e gli amici, la sindaca Martina Vesnaver e una decina di confratelli sacerdoti.
“Non sono tempi facili né per la vocazione al sacerdozio, né per la vocazione al matrimonio - ha detto nel suo saluto all’inizio della celebrazione il parroco, don Riccardo Zanchin -. Il Signore ci chiede di pregare e di agire attivamente per comprendere e per testimoniare il valore di donare la vita. Ognuno ha una sua chiamata personale. Tu, don Riccardo, hai saputo fare la tua scelta. Vogliamo accompagnarti in questo servizio non facile. L’augurio è che tutta la tua vita sia una vita di dono agli altri dove il Signore ti chiama”.
L’omelia è stata pronunciata da don Paolo Slompo, già cappellano in parrocchia. “Sarai toccato dalla grazia e dalla misericordia di Dio - ha affermato don Slompo -. Sii un uomo libero e coraggioso. Disponibile a toccare Dio nelle persone: soprattutto i poveri, i deboli, i fragili. Lasciati toccare dall’affetto delle persone, dalla loro vita, dalle loro lacrime. Tocca con le tue mani, senza paura di sporcarle, quando ci sarà in ballo la giustizia e la verità”.
Al termine della messa il neo sacerdote ha ringraziato anche la sindaca e l’Amministrazione comunale, gli amici di Comunione e Liberazione “da cui tutto è partito”. “Portate il mio saluto a quanti sono ammalati o anziani e non hanno potuto essere qui oggi”. La sindaca Martina Vesnaver ha fatto giungere al neo sacerdote il proprio augurio con un breve messaggio scritto in cui, tra l’altro, afferma: “Ti auguriamo di essere un sacerdote con noi e per noi, nella ricerca del bene comune, nel dare volto alla giustizia, nel perseverare sulla via della carità”.