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Insieme? Certo, si può. Cinque anni di "Collaborazione" a Musile

La Collaborazione pastorale di Musile, che raggruppa sette parrocchie, ha da poco compiuto cinque anni. L’occasione giusta per tracciare un primo bilancio, con le voci di un sacerdote e alcuni laici.

29/03/2018

Da qualche tempo la Collaborazione pastorale di Musile di Piave ha festeggiato la ricorrenza dei primi cinque anni di vita: è stata infatti istituita il 2 dicembre 2012. Si è trattato di un nuovo modo di collaborare e interagire tra le sette parrocchie che ne fanno parte: Musile, Chiesanuova, Millepertiche, Passarella, Santa Maria, Caposile e dal 2016 anche Croce di Piave.
Per il Consiglio della Collaborazione pastorale (Co.co.pa.), formato dai sacerdoti e da un rappresentante per ogni parrocchia (tre per quella di Musile), da una suora e da un diacono, si è trattato di un primo “giro di boa”. Al termine dello scorso anno, infatti, scaduto il quinquennio del mandato per i membri laici, alcuni hanno scelto di lasciare l’incarico per proseguire con altri servizi: Susanna Paulon, Simone Mariuzzo, Graziano Mariuzzo, Federica Pavanello e Alessio Zoia hanno passato il testimone a Romana Cappellina di Musile, Loretta Salamon di Passarella, Stefano Vettor di Millepertiche, Maria Teresa Mengo di Chiesanuova e Marco Solighetto di Santa Maria di Piave, che entrano a far parte del nuovo Co.co.pa assieme a Tommaso Davanzo, Rosanna Rosada, Tiziano Roder ed Emanuela Fortunato, al diacono Adriano Donadel e a suor Mihret Haileslasie.
 “In questi primi anni siamo stati i pionieri di una nuova e meravigliosa sfida – scrive Emanuela Fortunato nell’ultimo numero di “Emmaus”, il giornalino periodico della collaborazione –. Abbiamo iniziato a lavorare e a formarci insieme, a capire ed individuare quali punti ci uniscono, quali sono la nostra forza e su quali lavorare per renderci una grande parrocchia-famiglia unita anche se distinta. Abbiamo lavorato uniti, abbiamo imparato a conoscerci, a collaborare e a confrontarci con serena schiettezza portando ognuno il proprio bagaglio di fede, servizio e competenze”.
Sempre dalle pagine di “Emmaus”, il giornalino periodico della collaborazione, è interessante cogliere l’analisi di questi primi cinque anni del Co.co.pa realizzata da Rosanna Rosada. “La nostra collaborazione sta raggiungendo una forma stabile di coordinamento delle varie proposte e attività e nello stesso tempo è continuamente alla ricerca di modalità e proposte pastorali sempre più condivise. Si avverte ancora, infatti, la necessità di forme di rinnovamento delle comunità cristiane. Per questo negli anni sono state costituite delle commissioni per ambiti di pastorale. Nell’ottica dell’ascolto e del dono reciproco sono stati messi in comune i talenti delle persone, le peculiarità culturali e spirituali delle piccole comunità, i saperi e le esperienze maturate negli anni dai diversi gruppi”.
Se all’inizio “era incerta la possibilità che i sacerdoti potessero esercitare il loro ministero e carisma sempre più in corresponsabilità con laici formati e disponibili ad assumere ruoli e funzioni di guida e annuncio – confessa Rosanna – oggi è stata una bella scoperta poter dire che si sta perseguendo tale obiettivo”.
Dei tre parroci della collaborazione pastorale, don Michele Pestrin è l’unico ad aver vissuto fin dall’inizio questo percorso, dapprima come vicario parrocchiale a Musile e ora come parroco di Millepertiche e Croce di Piave. Per questo gli abbiamo chiesto di darci qualche spunto di riflessione nell’occasione dei primi cinque anni di Collaborazione. “A dir la verità – ci precisa all’inizio – il cammino è iniziato due-tre anni prima dell’istituzione formale della Collaborazione. Abbiamo iniziato a lavorare su due fronti, quello della Liturgia, creando un gruppo liturgico della collaborazione dove fosse presente un rappresentante per parrocchia e quello della catechesi, predisponendo dei cammini condivisi e degli incontri di programmazione per fasce di età tra le catechiste delle parrocchie. Solo quando si è avuto l’impressione dell’avvio di un cammino comune, allora è stata istituita anche formalmente la Collaborazione. In questi primi cinque anni – continua don Pestrin – si sono rafforzati questi ambiti e si è iniziato a lavorare anche su altri: abbiamo creato una Caritas della Collaborazione, c’è un progetto di pastorale giovanile condiviso, sette Grest, coordinati e molte altre cose. Di fondo, il frutto più importante è che sta crescendo la corresponsabilità con i laici che si formano proprio in vista di questo: c’è un lavoro alla pari nel Co.co.pa. e nel nuovo consiglio sono rimaste figure che garantiscono una continuità. Certo ci sono ancora tante cose su cui camminare e da sistemare, ma guardiamo al futuro in positivo e con speranza”.

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