Questo tempo particolare, che ci vuole preparare nella duplice attesa del Natale del Signore e del suo...
“Pronto soccorso linguistico” a San Donà, con 140 stranieri frequentanti
Senza conoscenza dell’italiano non può esserci l’integrazione degli uomini e donne che vogliono costruire il loro futuro in Italia. Parte da questa certezza l’impegno di un gruppo di volontari, in maggioranza insegnanti delle scuole sandonatesi che, riuniti nell’aps “Accogliere”, si ritrova nella casa delle associazioni del parco Benjamin, nel centro di San Donà, per insegnare gratuitamente ai numerosi e alle numerose cittadine straniere del territorio la lingua italiana.
“La nostra associazione, presieduta da Giancarlo Maceria, è nata negli anni Novanta col nome di Veneto orientale per l’immigrazione - spiega Francesca Sandre, una delle insegnanti -, quando giungevano nel Veneto orientale soprattutto persone albanesi, nigeriane e rumene. Dal 2019, la nostra associazione, diventata aps, ha potenziato il servizio dei corsi di italiano”. L’aiuto di alcune tirocinanti dell’università di Ca’ Foscari ha portato entusiasmo e una ventata di novità alla struttura dei corsi. Dopo la parentesi complicata del Covid, gli iscritti, provenienti (molto spesso in bicicletta) anche dai Comuni limitrofi come Jesolo, Eraclea ma anche S. Stino e da Chiarano e Piavon, sono aumentati.
“Per fortuna, sono subentrate altre insegnanti, che hanno dato notevole impulso alla scuola: quest’anno le iscrizioni a fine settembre erano già complete: stanno frequentando gli insegnamenti 140 persone, suddivise in 13 corsi, tenuti da 30 volontari, mentre altre 60 risultano in lista d’attesa. Purtroppo - continua l’insegnante - facciamo fatica ad accettare altre persone, perché non abbiamo più stanze e volontari, soprattutto per i corsi serali. Per noi sarebbe importantissimo avere più volontari in quest’orario”. La città di San Donà ospita un Cpia (Centro permanente di istruzione adulti) che si occupa di istruzione ai ragazzi oltre i 16 anni, e offre corsi di italiano come seconda lingua. ll problema è che le iscrizioni del Cpa si concludono a ottobre: “La loro è una logica di scuola statale, mentre noi abbiamo corsi anche d’estate. Siamo un pronto soccorso linguistico del territorio”, ci spiega Monica Vistoli, un’altra docente impegnata nel servizio.
I corsi
Le lezioni si svolgono in due momenti della giornata. La mattina sono frequentate soprattutto da donne del Sudamerica e del Bangladesh. “Per loro questo è uno dei pochi momenti di libertà al di fuori delle ristrette mura domestiche, alle quali la gestione familiare le obbliga”, spiega l’insegnante Sandre. La sera, conclusi gli impegni lavorativi, sono soprattutto uomini: “Molti di questi giungono in bicicletta, facendo anche vari chilometri al buio pur di esserci”.
I corsi dell’associazione preparano gli allievi a sostenere le certificazioni in lingua italiana di livello a0, a1, a2 (requisito minimo per avere il permesso di soggiorno a lungo termine) e b1 e durano quattro mesi: da ottobre a gennaio, da febbraio a maggio e da giugno a settembre. Quando iniziano i corsi, a ogni frequentante viene chiesto il livello di studio ed eventuali lavori pregressi. Questi dati si rivelano importanti: dove possibile, gli studenti vengono indirizzati ai locali centri per l’impiego o associazioni di categoria.
I corsisti sostengono, poi, un test d’ingresso, per valutare il loro livello di italiano. A seconda del risultato, vengono formati i gruppi, che includono due o tre volontari: “Questo ci permette di lavorare a livelli diversi all’interno di uno stesso gruppo, nel quale possono evidenziarsi conoscenze differenziate”, sottolinea la prof. Vistoli.
Tra i volontari troviamo soprattutto donne, nella maggioranza ex insegnanti, in minor misura provenienti da altri settori produttivi. “Lo scorso anno gli studenti hanno sostenuto la prova a Portogruaro, tenuta dall’università per stranieri di Siena. La maggior parte ha superato l’esame brillantemente”, racconta con orgoglio Sandre.
Il problema dell’abitazione
“Alcuni dei nostri studenti non hanno abitazione e si trovano in situazioni precarie, talvolta passando un’estate intera dormendo sulla spiaggia - prosegue Sandre -. Questo perché nel momento in cui lo straniero trova lavoro, esce dal cas (centro accoglienza straordinario). Si crea, così, un paradosso: le persone hanno lavoro e stipendio, ma sono senza casa. In situazioni di particolare difficoltà ci hanno veramente aiutato le suore di casa Saretta, che si sono prese la responsabilità di far conoscere alla parrocchia del Duomo il nostro lavoro. E’ stato, così, possibile formare un gruppo eterogeneo, per affrontare il problema abitativo”.
Le Amministrazioni locali
L’associazione ha segnalato alle Amministrazioni locali le situazioni di maggior disagio, tuttavia sono emersi nodi difficili da superare: “Il territorio avverte l’importanza del servizio che offriamo, che tuttavia non trova attuazione nei Comuni limitrofi. Una città come Jesolo, ad esempio, ha estremo bisogno di questi lavoratori, ma offre corsi di italiano per stranieri solo da questo autunno - sottolinea Sandre -. “L’Amministrazione di San Donà, invece, mette a disposizione l’edificio, ma non sono ancora mature le condizioni politiche per rendere strutturale il servizio, basato essenzialmente sulla buona volontà dei singoli”.
“Registriamo la solidarietà di Confapi, che ci ha coinvolto in numerose attività, Rotary, Soroptimist. Se la nostra attività potesse essere mantenuta in maniera concreta e diffusa nel territorio, saremmo molto felici”, sottolinea la prof. Vistoli.
L’aspetto umano
In un servizio così impegnato, il fattore umano è di fondamentale importanza: “Noi volontari siamo sensibili, ma questa attività non è sempre facile e talvolta ci mette in crisi: c’è molta paura dell’ignoto. Gli studenti sono tutti molto educati: mi colpisce il loro ringraziarci sempre, al termine delle lezioni”, evidenzia Vistoli.
Le fa eco Sandre: “Se una persona sceglie di fare un viaggio come quello di molti nostri studenti, attraverso Paesi ostili, diventa difficile distinguere migranti politici da quelli economici. Noi raccogliamo le grandi difficoltà che loro hanno in Italia”.