Solo eccentrico o anche pericoloso?
Quelle che molti ritenevano delle “sparate” un po’ eccentriche di...
La storica centralità del Duomo rispetto alle parrocchie più recenti potrà avere per il percorso di collaborazione un ruolo positivo. Forum con i parroci della Città del Piave.
Il percorso della visita pastorale del vescovo Gianfranco Agostino Gardin è arrivato all’ultimo tornante. Dalla prossima settimana si inizia con l’ultimo vicariato, quello di San Donà di Piave. Mons. Gardin arriva proprio nelle parrocchie cittadine e nella celebrazione di apertura, mercoledì 24 febbraio, istituirà ufficialmente la Collaborazione di San Donà, costituita dalla parrocchia del Duomo e da quelle di Calvecchia - Fiorentina, Palazzetto (piccola comunità già da tempo integrata nelle attività pastorali del Duomo), San Pio X, San Giuseppe Lavoratore e Mussetta).
Una Collaborazione popolosa, nel secondo centro della diocesi.
Il ruolo storico del Duomo
Dal punto di vista pastorale la scelta della Collaborazione (che pure non coincide con l’intero territorio comunale) è per certi aspetti un ritorno ad un passato relativamente recente. Cento anni fa l’unica parrocchia di San Donà era il Duomo. Le nuove comunità sono via via sorte, alcune in anni piuttosto recenti, ma il Duomo è sempre rimasto un punto di riferimento. Il campanilismo non era un problema prima, visto tra l’altro che quasi tutte le nuove chiese non hanno dei veri e propri campanili indipendenti rispetto alla chiesa... E non lo sarà nei prossimi anni. Partono da questa constatazione i parroci, che abbiamo riunito per un’intervista collettiva: mons. Paolo Carnio (Duomo e Palazzetto), don Edmondo Lanciarotta (Mussetta), don Luciano Cervellin (San Giuseppe Lavoratore), don Maurizio Bernardi (San Pio X), don Cristiano Carraro (Calvecchia - Fiorentina).
Afferma mons. Carnio: “In vista della Collaborazione pastorale il terreno è favorevole, si sentono tutti di San Donà, si sentono parte del territorio, la storia è questa... Una differenza tra la chiesa madre e le parrocchie di periferia è data dall’età media, che al Duomo è più elevata”.
Anche don Cristiano nota “una certa omogeneità, c’è senso di appartenenza a San Donà, più che alle parrocchie. Questo non toglie che le frazioni hanno una loro vivacità, un tenere alle comunità. Ad esempio la scuola dell’infanzia di Calvecchia testimonia attaccamento e identità specifica”. Continua don Maurizio: “Tanta gente a San Pio X ha visto nascere la parrocchia, ha dato vita alle attività pastorali. Da noi ci sono tante famiglie giovani: una bella realtà, anche se non è sempre facile coinvolgerle”. Don Paolo accenna all’esempio positivo della piccola Palazzetto, che va orgogliosa dei suoi tre battesimi e tre matrimoni celebrati, ma al tempo stesso ormai strettamente legata al Duomo”.
Paradossalmente, sono alcune “giovani” parrocchie a fare fatica a sentirsi “comunità” attorno all’eucaristia, come spiega don Edmondo: “A Mussetta la chiesa vecchia ha capacità di aggregazione e senso di appartenenza diversi rispetto alla chiesa nuova. Importanti, per avvicinare le nuove famiglie, sono l’oratorio e la scuola dell’infanzia, ma c’è strada da fare. Se posso permettermi una battuta, non ci facilita avere una chiesa con ben otto porte”. Se a Mussetta non è facilissimo integrare i novemila abitanti, in gran parte nuovi residenti, altrettanto si può dire per San Giuseppe Lavoratore, passata da 3mila e 12mila abitanti a partire dal 1970. Anche qui, ci sono due chiese: oltre alla parrocchiale, quella di Isiata: “Un cammino faticoso e non scontato”, dice don Luciano. Sono molti, riflettono i parroci, coloro che sono venuti a vivere a San Donà per la comodità dei servizi e dei trasporti, ma lavorano fuori città. “E’ impressionante - racconta don Lanciarotta - vedere il vero e proprio esodo di pendolari, a piedi e in bici, che alla sera dalla stazione va verso le lottizzazioni di Mussetta”.
Intanto sono già state avviate alcune attività insieme: un percorso unitario sulla catechesi, appuntamenti di spiritualità, la Caritas, la formazione comune per il Grest, alcuni campiscuola. Tutta la città, poi, partecipa numerosa alla processione per la Madonna del Colera.
Ricchezza di presenze
Certo, nella costruzione di questo nuovo percorso pastorale, non mancano le risorse, sia in termini di strutture (l’oratorio Don Bosco, casa Saretta, gli oratori delle altre parrocchie, il centro pastorale a San Giuseppe Lavoratore, alcune case in montagna...) che di associazioni e iniziative. “Dalle aggregazioni laicali arriva una grande ricchezza”, fa notare don Maurizio. L’Ac è presente in quasi tutte le parrocchie, gli scout Agesci sono molto radicati, altri movimenti ecclesiali ruotano soprattutto attorno all’oratorio. Non mancano presenze significative di Cl e Rinnovamento nello Spirito. Resta, certo l’esigenza di armonizzare le varie presenze dentro la vita delle parrocchie. Anche dal punto di vista caritativo non mancano le iniziative, molte sono concentrate alla casa Saretta. Va sottolineata la presenza della Caritas, della San Vincenzo, del Masci con il suo centro di distribuzione, ma poi l’attenzione caritativa si allarga al Piccolo Rifugio, alla casa “Il Girasole”, al Comitato per l’immigrazione, a numerose realtà del volontariato.
Ancora si sta cercando di potenziare l’attenzione alla famiglia (due campi vicariali sono stati fatti durante l’estate), ai fidanzati, agli adulti, in particolare a San Giuseppe con l’Ac e i gruppi di ascolto della Parola nelle case.
E poi c’è il mondo della scuola, con la presenza di numerosi istituti superiori in città. Significativo il servizio dei due centri professionali, il Don Bosco e il San Luigi. Tra le paritarie va segnalata anche la presenza del Linguistico San Luigi. Il 10 marzo il vescovo inconterà proprio il mondo della scuola del vicariato.
La pastorale scolastica, famigliare e giovanile risente anche di alcuni processi economici. Il lavoro stagionale nel vicino litorale, che d’estate ospita 6 milioni di turisti, è stato un “paracadute”, in questi anni di crisi, per molti artigiani. Ma anche un fenomeno che si interseca fatalmente con le iniziative estive delle parrocchie. E poi la grande distribuzione, a partire dalla presenza del vicino outlet di Noventa. “Quello del lavoro domenicale è un reale problema - dice don Maurizio -, ad esempio è impossibile fare il corso fidanzati alla domenica, quasi la metà lavora”.
Infine, una menzione per le presenze di sacerdoti, diaconi e religiosi che supportano i parroci: i vicari parrocchiali don Michele Secco e il salesiano don Lorenzo Piola (Duomo) e don Loris Gallina (San Giuseppe); il penitenziere don Emilio Vidotto (Duomo), don Eraldo Modolo (S. Giuseppe); i diaconi permanenti Franco Filiputti e Paolo Facci; tra i religiosi e le religiose, i Salesiani, le Discepole del Vangelo (a S. Giuseppe), le suore della Riparazione e le suore di Carità (Duomo), le Francescane di Cristo Re (Mussetta). (Bruno Desidera)