sabato, 07 settembre 2024
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Sostegno al reddito, a Treviso chi riceve un sussidio compirà servizi alla collettività

L'Amministrazione comunale ha attivato i Progetti utili alla collettività (Puc) per i beneficiari del reddito di cittadinanza. In futuro altre opportunità arriveranno dalla collaborazione con il mondo del volontariato

Far sì che le persone idonee alla percezione del reddito o della pensione di cittadinanza restituiscano qualcosa alla comunità. Questo lo scopo del Progetto di utilità collettiva (Puc) avviato dal Comune di Treviso, primo in provincia. Nella giornata del 3 febbraio, dunque, cinque persone ritenute idonee e beneficiarie di Reddito di Cittadinanza hanno preso servizio nel primo dei Progetti utili alla collettività, attraverso la consegna nelle farmacie e porta a porta di materiale informativo del Comune contenente le iniziative di sostegno e supporto alla cittadinanza, fra le quali il numero verde per anziani, lo Psicologo nei quartieri, la consegna di spese e farmaci a domicilio e le informative contro l’usura: “Proprio in questo periodo così difficile c’è più bisogno di progetti che riguardino il sociale - ha spiegato l’assessore alle Politiche sociali, Gloria Tessarolo -. Sentivamo il bisogno di promuovere tutte le iniziative messe in campo in questo ambito e non sempre i social sono il veicolo giusto, visto anche il target a cui ci rivolgiamo. Per questo l’idea del volantinaggio informativo. Abbiamo quindi scritto il progetto che è stato sottoposto all’approvazione dell’Inps, dopodiché abbiamo individuato i soggetti più idonei, facendo attenzione affinché potessero svolgere il servizio agevolmente, il più vicino possibile a casa, in modo tale da non dover spendere denaro per gli spostamenti e poter lavorare in sicurezza”.

A breve, compatibilmente con l’andamento dell’emergenza Covid-19, verranno formalmente attivati anche i progetti successivi che vedranno gli stessi soggetti impegnati nell’attività di accoglienza e di informazione al pubblico in occasione di eventi o manifestazioni, supporto alle attività di assistenza e vigilanza musei e in occasione di eventi o manifestazioni museali.

Nel comune sono 755 i titolari di pensione o reddito di cittadinanza, di questi 160 sono idonei a progetti Puc.

“Bisogna valutare diverse cose - ha proseguito l’assessore -, identificare la persona corretta per ogni progetto. C’è anche da dire che non si tratta di una progettualità semplice, tuttavia i percorsi sono utili, anche se non stiamo parlado di inserimento lavorativo, che compete ai centri per l’impiego, ma di un bel segnale da parte dell’Amministrazione comunale che ha fatto il suo per chiudere il cerchio e dare con dignità compiutezza alla partita del reddito di cittadinanza, poiché finché non si completa il cerchio non è possibile valutarne l’efficacia. Credo che aiuti come quelli del Sia (Sostegno per l’inclusione attiva) e del Rei (Reddito di inclusione) prima e oggi del Reddito di cittadinanza siano colonne portanti del sostegno alla povertà e all’inclusione sociale e bisogna dunque lavorare per un coinvolgimento sociale”.

In Veneto sono 77 i progetti approvati, anche se purtroppo il Covid ha rallentato le procedure di attivazione. La misura del reddito di cittadinanza prevede che la persona beneficiaria presti da 8 a 16 ore a settimana di servizio nel Comune di residenza. In città nei prossimi mesi c’è la volontà di attivare nuovi progetti grazie alla collaborazione con il Terzo settore e il mondo del volontariato: “Il volontariato potrebbe beneficiare dell’apporto di queste persone che possono essere messe a disposizione per la distribuzione delle spese oppure per l’apertura di sedi o l’accompagnamento degli anziani. Così i cittadini che percepiscono il redditto di cittadinanza possono restituire in maniera dignitosa qualcosa alla collettività in cambio del beneficio economico. Per coinvolgere il mondo del volontariato servirà un apposito bando, ma siamo sicuri di poter contare sull’aiuto del Centro servizi per il volontariato che è nostro partner storico. Per coinvolgere più persone possibili è necessario rivolgersi a organizzazioni strutturate e chi meglio del Csv, con cui certamente ci metteremo in contatto non appena la situazione sanitaria ci permetterà di ampliare la proposta, perché ci rendiamo conto che al momento anche il mondo del volontariato è in difficoltà”. “Avviare i Puc - ha concluso l’assessore - ha un valore importante per il beneficiario che sente di dare qualcosa alla sua comunità, ma anche per l’ente pubblico proponente, perché le politiche sociali si fondano su progetti dedicati alle persone in un’ottica di rafforzamento delle capacità e competenze individuali”.

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