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Sguardi Altri: momenti di riflessione per comprendere il mondo di oggi

È dedicata al tema delle migrazioni e dell'accoglienza dei richiedenti asilo la rassegna Sguardi Altri organizzata da Caritas e Fondazione Migrantes. Appuntamento domenica 15 dalle ore 8.30 e lunedì 16 novembre alle 20.45 nel Seminario vescovile di Treviso

La complessità del fenomeno migratorio non coinvolge solo il nostro Paese, ma è una realtà che si articola su scala mondiale e che sta modificando le strutture sociali, economiche e geopolitiche su scala planetaria. Continuare a parlare di emergenza migranti non fa altro che rimandare la presa d'atto di un fenomeno che per decenni sarà strutturale. Per questo motivo è necessario uscire da un'ottica prettamente emergenziale e aprire lo sguardo verso il futuro costruendo un progetto di integrazione e cambiamento sociale.

È in quest'ottica che Caritas Tarvisina e Fondazione Migrantes Treviso propongono due momenti di riflessione e approfondimento sulla tematica dei migranti forzati sul nostro territorio. All'assemblea diocesana delle Caritas parrocchiali parteciperanno don Davide Shiavon, Oliviero Forti, responsabile del settore immigrazione di Caritas Italiana e Caritas Europea e p. Aldo Skoda Pashkija, vicepresidente di Scalabrini International Migration Institute di Roma.

In questo contesto sarà inoltre presentata la pubblicazione “Esisto ma non ci sono. L'altro volto dell'accoglienza”. Il libro, scritto da Annalisa De Faveri, coordinatrice accoglienza migranti Caritas Tarvisina, si propone di raccontare la vita di attesa di quelle persone che dopo essere giunte in Italia con l'aspettativa di cambiare il loro futuro si ritrovano sospese in un limbo che dura mesi, se non anni, aspettando che un tribunale decida delle loro sorti accordandogli o meno il diritto d'asilo. La riflessione nasce dall'esperienza diretta fatta nel centro di accoglienza Caritas di Istrana.

Dal 2014 ad oggi sono stati accolti nelle strutture Caritas 780 migranti, 400 dei quali nell'ultimo anno e ci si aspetta che il numero salga entro la fine del 2015. Contrariamente a quanto avveniva in passato infatti i flussi migratori non stanno diminuendo nel periodo invernale e continuano in maniera costante. Arrivano soprattutto giovani uomini (650), ma anche donne (63) e bambini (23). 39 sono minori che hanno affrontato il lungo viaggio per arrivare fino a qui da soli. Vengono soprattutto dall'Eritrea, dalla Siria, dalla Nigeria e dal Gambia.

Di questi al momento sono ancora ospiti dei 10 centri Caritas sparsi sul territorio in 191. Nella maggior parte dei casi (149) in attesa che il tribunale si pronunci sulla possibilità di ottenere una qualche forma di protezione internazionale. Solo il 7% di questi ha già ottenuto i documenti e quindi dovrebbe terminare il suo percorso di accoglienza per iniziare a cercare casa e lavoro. Per loro Caritas ha avviato il progetto “Rifugiato a casa mia”, che prevede, grazie all'accoglienza diffusa sul territorio, 6 mesi di accompagnamento e sostegno nell'inserimento nel tessuto sociale.

I costi dell'accoglienza sono accuratamente documentati. Caritas riceve dai 34,39 ai 30 euro al giorno per migrante, a seconda che sia in convenzione attraverso un bando di gara o tramite affidamento diretto. Con questi vengono coperte le spese per il vitto, per il pagamento del personale, per far fronte alle necessità individuali dei migranti e per il pagamento dell'affitto e delle utenze delle strutture. Solo 2,5 euro costituiscono il pocket money per i richiedenti asilo. Le uscite giornaliere per l'accoglienza di 191 migranti sono più delle entrate: 5921 euro contro 5919, a riprova che se l'idea è quella di prendersi effettivamente cura della persona difficilmente si può fare business. Tuttavia queste spese generano un indotto nel momento in cui si assume personale e si dà lavoro alle aziende del territorio.

Durante le due giornate verrà messa in luce anche la varietà culturale che queste persone hanno portato all'interno della comunità cattolica. Circa il 20-25% dei 99 mila cittadini stranieri residenti nella Marca è infatti di fede cattolica e ha portato le proprie usanze e i propri riti all'interno della comunità.  

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