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Pensieri positivi in viaggio

Nelle strutture dell'Israa lo scambio di biglietti fra gli anziani residenti contro la solitudine

Arriva trasportata dalla signora Luigia, residente della casa per anziani Menegazzi di San Giuseppe, la valigia piena di pensieri positivi destinata agli ospiti della residenza Israa di Santa Bona. “Ho 99 anni ma non mi pesano tanto, «el bon Dio ‘iuta», il buon Dio mi aiuta e mi ha fatta arrivare fino a qui con le mie gambe e con la mia testa”, racconta l’anziana, con tanta grinta ed entusiasmo. Ad attenderla gli ospiti della residenza Città di Treviso, per la prima volta riuniti in un gruppo così folto dopo la pandemia che ha diviso e isolato, facendo pesare oltremodo la solitudine. Con il progetto “Pensieri positivi in viaggio” infatti, l’Israa segna la sua ripartenza alla ricerca di un equilibrio e una quotidianità che mancavano da tempo. Lo fa con i pensieri degli anziani residenti, che hanno aperto il loro cuore e preparato i loro biglietti, carichi di positività, per gli ospiti delle altre residenze. Così, lo scorso 2 settembre, le valigie sono partite in contemporanea da ognuna delle quattro sedi Israa, accompagnate da un’educatrice e da uno degli anziani che ha contribuito a confezionare i biglietti. Lo scambio è avvenuto fra il Menegazzi di San Giuseppe e Residenza Città di Treviso a Santa Bona e tra Casa Albergo in centro città e Zalivani di Fiera.

La comunicazione epistolare tra le sedi è diventata un’opera collettiva in cui si ricostruisce il senso di questi mesi difficili, si rimettono assieme i pezzi, si pone l’accento sulla capacità di resilienza di ogni individuo e si sottolinea la forza dell’affrontare le difficoltà insieme. Questi pensieri positivi parlano al cuore di tutti, parlano di coraggio, di incontro, di abbracci contro la solitudine. Il viaggio di queste valigie però rappresenta molto più del loro contenuto: sono infatti simbolo di come le residenze di Israa abbiano continuato a vivere, a creare legami e socialità nonostante tutto.

L’apertura della valigia a Santa Bona è stato un momento di festa, ogni anziano ha ricevuto un coloratissimo biglietto, che ha letto a voce alta, con emozione e commozione, filtrate dai ricordi del proprio vissuto e una nuova consapevolezza di non essere solo: “Non disperare mai, c’è sempre un miglioramento”, “La vita finisce quando inizia la paura”, “Vi auguro tanta forza per affrontare ogni cosa con coraggio”, “Vorrei abbracciarti e trasmetterti tutto il mio amore”, “Molti pensano che gli anziani siano incapaci di capire il presente, ma non è così, possiamo dare e ricevere messaggi di affetto”, “Un sorriso e una carezza valgono più di un miliardo”, “L’amicizia aiuta, ti auguro di incontrare amici veri”, “Auguri di tanta forza per ritrovarci a parlare insieme”, questi alcuni dei pensieri condivisi. A organizzare il momento conviviale, che è terminato con il festeggiamento di un compleanno, le educatrici Rita, Monica, Deborah, Giorgia e Serena.

“Oggi abbiamo visto la semplicità e il coraggio che i nostri anziani hanno avuto nel superare quest’anno - racconta la vicecoordinatrice della struttura Emanuela Capotosto -, sono stati più bravi di noi, perché hanno iniziato a fare i conti con i cocci che la pandemia ha lasciato, noi del personale dobbiamo ancora lavorarci. Immaginarsi un futuro, in certe situazioni non è per niente facile, ma è necessario, e adesso è il momento di ripartire, con l’augurio a tutti noi di continuare a coltivare questa semplicità e adesione ai valori più importanti con mente aperta”.

“È un’iniziativa che parla del bisogno di stare in rete e in relazione con gli altri - commenta Mauro Michielon, presidente di Israa -. Dopo tutto il dolore causato dal Covid sentire e leggere queste parole è un’emozione indescrivibile. Auspico che questa iniziativa sia la prima di tante, che permetterà agli anziani residenti di coltivare nuove relazioni e connessioni e che, quando si potrà, le persone che si sono scambiate questi pensieri possano incontrarsi e abbracciarsi. Queste valigie portano anche un messaggio che diamo ai familiari: le nostre strutture in questo periodo non si sono fermate e continuano a essere luoghi di vita. Spero che questo meraviglioso progetto sia inoltre il primo di tanti che vedono le nostre quattro residenze cooperare in maniera così spontanea e positiva”.

“Vorrei ringraziare tutti i professionisti che lavorano nelle residenze Israa e che si impegnano ogni giorno per garantire delle giornate di senso - ha continuato Capotosto -. Oggi il nostro primo obiettivo è quello di tornare alla normalità, anche se non ci siamo mai fermati, per proteggere i nostri residenti dalle conseguenze più negative dell’isolamento”.

I mesi più difficili, raccontano la vicecoordinatrice e Chiara Rizzardi, coordinatrice dei nuclei Santi Quaranta, quelli da ottobre 2020 fino alla primavera successiva, quando il virus è entrato con prepotenza nelle strutture. In quel periodo tutto il personale ha dato il massimo, al di là del proprio ruolo. Oggi si organizza una riapertura in sicurezza, si mira ad ampliare i momenti di visita dei familiari, che avvengono su prenotazione, seguendo i protocolli di sicurezza nazionali. Il virus, tuttavia, grazie alle vaccinazioni, fa meno paura. Continuano i tamponi di controllo del personale e dei 250 anziani residenti, ma c’è fiducia nel futuro: “Ci sono dei dati oggettivi - spiegano - se anche il virus dovesse tornare, con le vaccinazioni sicuramente non avremo la situazione drammatica dell’anno scorso, questo ci spinge a un cauto ottimismo e a lavorare per riprendere in direzione del ritorno alle attività pre Covid. Oggi era la prima volta che gli anziani si ritrovavano in un gruppo così ampio, speriamo presto di poter riaprire le strutture anche al territorio e alle scuole. In ogni caso la pandemia ci lascia anche qualcosa di positivo: ha rafforzato il senso di famiglia e il significato di aiuto reciproco”.

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