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Al via l’anno speciale di Gorizia e Nova Gorica

Le due città nominate insieme Capitale europea della cultura

Futuro. È questa la parola “chiave” che meglio può racchiudere e far percepire quello che è stato, lo scorso sabato 8 febbraio, l’avvio della Capitale europea della cultura 2025 che vede unite la città slovena di Nova Gorica e l’italiana Gorizia (tutti gli eventi sono visionabili al sito www.go2025.eu). Di futuro hanno parlato i due presidenti della Repubblica, presenti alla cerimonia inaugurale nella condivisa piazza Transalpina/trg Evrope: “Non possiamo dimenticare il nostro passato mentre costruiamo il futuro. Siamo testimoni del nostro passato, ma soprattutto custodi di un futuro condiviso”, ha rimarcato la presidente della Repubblica di Slovenia, Nataša Pirc Musar, seguita dal presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, che ha sottolineato - in quello che è risuonato come un vero e proprio invito a tutti - come “essere Capitale europea della cultura transfrontaliera significa avere il coraggio di essere portatori di luce e fiducia nel mondo”. Nova Gorica e Gorizia “indicano una strada di autentico progresso”.

Un percorso d’insieme, di amicizia e riconciliazione tra le due realtà che non è iniziato solamente nel 2021 con l’assegnazione da parte del Consiglio dell’Unione Europea di questo titolo, e nemmeno negli anni precedenti con la creazione del programma condiviso, ma che affonda le sue radici molto lontano, quando ancora questa parte di mondo era divisa tra il blocco est e quello ovest: mentre imperversava la Guerra Fredda, le “piccole” Gorizia e Nova Gorica, nonostante le reti e i confini a dividerle, già dialogavano per mezzo di amministrazioni locali che hanno saputo guardare “oltre”, al futuro condiviso appunto. E ancora negli anni ‘70 con le prime “Marce dell’amicizia”, promosse dall’allora Polisportiva giovanile salesiana isontina e dalle due Amministrazioni comunali, che hanno consentito a migliaia di cittadini italiani e sloveni di oltrepassare tutti insieme quei confini, all’insegna dello sport e della “transfrontalierità”, anche se solo per un giorno, nonostante le restrizioni della “Cortina di Ferro”, e così via fino al 2004 con l’eliminazione definitiva del confine tra le due nazioni.

Due città, Gorizia e Nova Gorica, dalle storie profondamente diverse - ultra millenaria la prima, sorta nel secondo dopoguerra l’altra -, ma che condividono lo stesso territorio e, molto spesso, le storie di tante famiglie “un po’ italiane, un po’ slovene”, conservando così un’eredità sociale che oggi viene celebrata appunto anche attraverso la Capitale europea della cultura, esprimendo quello che Mattarella ha definito il “destino comune” di due popoli che hanno “maturato un senso di appartenenza e di una ulteriore identità: la comune identità europea”.

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