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Scout, è tornata la gioia del servizio

Questa estate i nostri ragazzi hanno potuto riassaporare un pochino di normalità, grazie al lavoro eroico degli educatori che si sono messi in gioco, provando a fare tutto quello che si faceva un tempo, ma con il Covid pronto a prendersi la scena

24/09/2021

Sono stata capo scout per anni. So abbastanza bene cosa vuol dire fare servizio educativo ai ragazzi. So quanta fatica, in termini di energia, costa organizzare le attività durante tutto l’anno e so quanto tempo assorbe l’organizzazione di un campo estivo.

Quello che non sapevo, che ho però visto quest’anno, è quanto sia effettivamente eroico fare tutto quello che un tempo ho fatto io ma con il Covid pronto a prendersi la scena.
Posso certamente dire che questa estate, finalmente, i nostri ragazzi, hanno potuto riassaporare un pochino di normalità. Già a giugno, le parrocchie erano prontissime a mettere in piedi Grest, uscite e campi estivi. Abbiamo tutti firmato patti di corresponsabilità, autorizzazioni, letto regolamenti e fatto tamponi non so quante volte. Qualche volta anche sbuffando. Ma quest’estate è andata. Ed è stato, di certo, un tempo di grazia per i nostri figli.

Grazia che arriva dal coraggio di dire sì di altri giovani, capi ed educatori, che non hanno esitato neanche un minuto a rispondere, a mettersi al servizio dei nostri figli. Sporcarsi le mani, in questo tempo difficile che stiamo vivendo, non è solo un segno. E non è neanche solo un sogno. E’ speranza. E i genitori, noi genitori, ne abbiamo bisogno. Tanta.
Col servizio, col tempo speso per i nostri piccoletti, ci hanno dato una testimonianza importante: spendersi per gli altri costa sacrificio ma rende felici. Io li ho guardati bene, quest’anno, i capi scout dei miei figli alla fine del campo. Erano stremati, provati. Ma molto, moltissimo, felici. Quella complicità negli sguardi tra loro e i ragazzi è stata la chiara ed esplicita dimostrazione di quanta gioia ci fosse nell’aria.

Sono assai grata che i miei figli abbiano avuto sotto agli occhi esempi così credibili. Per poter sbocciare hanno bisogno di vedere con i loro occhi che è possibile dare concretezza alla fede attraverso le azioni e le opere. E non solo. Hanno avuto a portata di mano altri ragazzi, più grandi, che non hanno fatto altro che prendersi cura di loro. Un bellissimo esempio di attenta sollecitudine per le persone, per la vita e per le relazioni. Tutto sembra essere cambiato negli ultimi due anni. La gioia del servizio, grazie a Dio, no.

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