L’Indo-Pacifico e la Cina
Trump vuole a qualsiasi costo arrivare a una pace con Vladimir Putin e definire...
“Le origini storiche e la vocazione alla pace dell’Europa comunitaria ne fanno un soggetto irrinunciabile e ne richiamano gli impegni sulla scena globale. Un’Europa che ha bisogno di recuperare i suoi valori fondativi – pace, libertà, democrazia, diritti, giustizia sociale – facendo risuonare la propria voce di pace. In un momento storico in cui si insiste sui temi della sicurezza e della difesa, è fondamentale che tali preoccupazioni non diventino tamburi di guerra”. Così i vescovi del Consiglio episcopale permanente della Cei riunitisi a Roma, dal 10 al 12 marzo.
In linea con l’espressione richiamata dal cardinale presidente “se vuoi la pace, prepara la pace”, i vescovi – si legge nel comunicato finale – hanno ricordato l’urgenza che gli investimenti pubblici siano indirizzati primariamente a sostenere le persone bisognose, le famiglie povere, le fasce sociali più deboli, ad assicurare a tutti adeguati servizi educativi e sanitari, a contrastare il cambiamento climatico. In quest’ottica, sarebbe opportuno riportare il tema dello sviluppo sostenibile al centro delle scelte politiche degli Stati e delle Organizzazioni internazionali, tra cui l’Unione europea. La sottolineatura del card. Zuppi sulla opportunità di una “Camaldoli europea” – viene evidenziato – rilancia, anche sulla scorta di quanto sperimentato alla Settimana sociale di Trieste, l’impegno personale e comunitario per la democrazia, la pace, la solidarietà e le future generazioni.
Nel corso del Consiglio episcopale permanente, i vescovi si sono anche “confrontati sull’altissima vocazione della politica e sull’importanza di quegli spazi di riflessione, di dialogo, dove i cattolici possono riconoscersi e grazie ai quali si possono formare personalità capaci di stare nell’agone politico con dignità e coerenza”.
Il coinvolgimento registrato alla Settimana sociale di Trieste e le varie iniziative che da quell’esperienza hanno preso vita o forza – viene sottolineato dai presuli – dimostrano l’interesse di molti esponenti delle istituzioni nazionali e delle amministrazioni locali ad un agire politico animato dalla Dottrina sociale della Chiesa. Per i vescovi, si tratta di “un segnale positivo, soprattutto rispetto alla nota disaffezione dei cittadini alla partecipazione alla vita politica e all’astensionismo crescente. Per questo, è stato rinnovato l’invito a promuovere la partecipazione alla vita democratica attraverso le Scuole di formazione all’impegno socio-politico; a favorire la formazione alla Dottrina sociale della Chiesa; a sostenere la pastorale sociale nelle Chiese locali”.