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Per il vescovo Gianfranco Agostino ora c’è un posto nella Casa del Padre

Il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia ha presieduto in Cattedrale il rito funebre di mons. Gardin. Numerosi i concelebranti, le autorità, i fedeli presenti in Cattedrale. Ben 16 i vescovi concelebranti. La vicinanza di papa Francesco. Nell’omelia numerosi riferimenti agli scritti del vescovo defunto e alla centralità, nella sua vita per la figura di Gesù Cristo
28/06/2024

“Gesù ci dice che egli ci prepara un posto nella casa del Padre, per essere anche noi dove è Lui. Io mi sento sempre più interessato a questo tema e si fa sempre più viva per me la preoccupazione di non perdere quel posto. In secondo luogo perché Gesù si dichiara la via, la verità, la vita; chi vede Lui vede il Padre; e chi incontra davvero Lui incontrerà davvero per sempre il Padre. E possiamo aggiungere: incontra anche la verità di se stesso”. Sono parole del vescovo Gianfranco Agostino Gardin, del quale il patriarca di Venezia, e presidente della Conferenza episcopale triveneta, mons. Francesco Moraglia ha presieduto le esequie stamattina, nella Cattedrale di Treviso. Parole che il vescovo Gianfranco Agostino aveva pronunciato nel suo commiato dalla Chiesa di Treviso, il 20 settembre 2019, commentando il brano del Vangelo di Giovanni (14, 1-6) letto anche stamattina, durante il rito funebre.

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I concelebranti e le autorità presenti, la vicinanza di papa Francesco

Numerosi i concelebranti, le autorità, i fedeli presenti in Cattedrale. Ben 16 i vescovi concelebranti. Assieme a mons. Moraglia e al vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, c’erano mons. Pierantonio Pavanello, vescovo di Adria-Rovigo, mons. Renato Marangoni, vescovo di Belluno-Feltre, mons. Ivo Muser, vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Giampaolo Dianin, vescovo di Chioggia, mons. Giuseppe Pellegrini, vescovo di Concordia-Pordenone, mons. Claudio Cipolla, vescovo di Padova, mons. Lauro Tisi, vescovo di Trento, mons. Giuliano Brugnotto, vescovo di Vicenza, mons. Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo emerito di Udine, mons. Adriano Tessarollo, vescovo emerito di Chioggia, mons. Beniamino Pizziol, vescovo emerito di Vicenza, mons. Marco Tasca, frate minore conventuale, arcivescovo di Genova; mons. Adriano Cevolotto, vescovo di Piacenza-Bobbio; mons. Luciano Bergamin, vescovo emerito di Nova Iguaçu (Brasile).

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Tra i messaggi giunti a mons. Tomasi, particolarmente gradito quello del Segretario di Stato, card. Pietro Parolin, che ha portato la vicinanza di papa Francesco, il quale ricorda “il solerte e fecondo servizio alla Chiesa e alla Santa Sede” di mons. Gardin, oltre a definirlo “pastore sollecito e premuroso, sull’esempio del Poverello di Assisi, facendosi prossimo ai fratelli con umiltà e perfetta letizia”. Sono, inoltre, giunti i messaggi del presidente e del segretario generale della Conferenza episcopale, rispettivamente il card. Matteo Zuppi e il segretario generale, mons. Giuseppe Baturi; del cardinale Silvano Tomasi, del vescovo di Vittorio Veneto, il trevigiano mons. Corrado Pizziolo.

Ancora, tra i concelebranti, c’era il generale dei frati minori conventuali, fra’ Carlos Trovarelli, il rettore della basilica del Santo di Padova, fra’ Antonio Romina, e fra’ Marco Moroni, custode del Sacro convento di Assisi.Tra le numerose autorità civili e militari, il prefetto di Treviso, Angelo Sidoti, il presidente del Consiglio comunale di Treviso, Antonio Dotto, in rappresentanza del Sindaco, numerosi sindaci dei comuni della Diocesi, il presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon.

La riconoscenza del vescovo Michele

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“Padre Agostino ci manca e ci mancherà, ma il Signore, il Dio della vita che lo accoglie nella gioia, saprà asciugare ogni lacrima e consolare ogni pianto”, ha detto all’inizio della celebrazione il vescovo Michele, successore del vescovo Gianfranco Agostino a Treviso. Mons. Tomasi aveva offerto una meditazione e un ricordo di mons. Gardin ieri sera, in Cattedrale. “Occasione propizia – ha detto il Vescovo di Treviso - per esprimere nella preghiera il ricordo, la riconoscenza e la gratitudine per il dono di averlo conosciuto, di aver condiviso con lui un tratto di strada più o meno lungo, e per ringraziare il Signore per i grandi doni che Egli ha fatto alla nostra Chiesa di Treviso, attraverso la guida del vescovo Gardin. Ci sia particolarmente grato affidarlo all’intercessione maternamente amorevole di Maria, Madre di Cristo, Madre della Chiesa e Madre nostra, affinché doni a lui il suo abbraccio di vita e a noi la consolazione di cui abbiamo bisogno in questo momento di prova”.

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L’omelia di mons. Moraglia

L’omelia di mons. Moraglia ha fatto riferimento a vari scritti del vescovo Gianfranco Agostino, a partire da alcune espressioni contenute nel suo testamento spirituale. “I giorni che ancora mi rimangono saranno sempre insufficienti, sia per lodare il Signore di tutti i doni da Lui ricevuti, sia per riparare alle mie infedeltà, ai miei egoismi, alla povertà della mia fede e, soprattutto, della mia carità. Confido nella misericordia del Padre, che ho avuto la grazia di riconoscere come colui che circonda di un amore senza limiti la nostra vita nella solidarietà del Figlio, il Signore Gesù, che, pur nella mia miseria, ho cercato di amare e di porre al centro della mia vita fin dalla prima fanciullezza”.

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Mons. Moraglia ha ripercorso questo itinerario di amore e vicinanza rispetto a Gesù e al suo Vangelo, ricordando le tappe della sua vita e i numerosi servizi ecclesiali prestati tra i frati minori conventuali, di cui è stato ministro generale, in Vaticano, come segretario della Congregazione vaticana per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, e infine come vescovo di Treviso. “Il Signore – leggiamo ancora nel testamento – mi ha infine chiamato a servire la Chiesa di Treviso. È stata la chiamata che ho accolto con maggiore timore e con una intima sensazione di inadeguatezza, anche perché la mia esperienza si era arricchita in altri ambiti della vita della Chiesa. Ho cercato di servire con semplicità, con il desiderio di continuare ad imparare. E in effetti ho molto imparato”.

Il Patriarca ha fatto riferimento anche allo stemma del vescovo Gianfranco Agostino: “Domini pulchritudine correpti” - “Avvinti dalla bellezza del Signore”. “Per un vescovo il motto e lo stemma non sono retaggio del passato; esprimono, piuttosto, l’incontrarsi della storia con la profezia, la storia di una persona che s’inscrive nella profezia di Cristo che è senso, fondamento e fine di ogni storia”, ha fatto notare mons. Moraglia. In questo caso, la centralità è data dall’incontro con il Signore, il farsi illuminare e affascinare dalla sua bellezza.

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“Fratelli e sorelle, fermarsi a riflettere sul mistero della morte a partire dalle parole di chi fu pastore di questa Chiesa è momento di grazia e di crescita ecclesiale”, ha proseguito il Patriarca di Venezia, che è tornato “al testamento spirituale del vescovo Gianfranco Agostino, dove leggiamo anche queste parole: “Affido l’ora della mia morte a Maria, la cui assistenza ho invocato nelle molte migliaia di Ave Maria che ho recitato.... Attendo con desiderio profondo di incontrare il Signore, mèta di ogni mia ricerca e di ogni mio cammino”. Ha concluso mons. Moraglia: “Così si affidava alla Misericordia di Dio attraverso l’intercessione materna di Maria, madre di Gesù. Dio, nella sua misericordia di Padre, accolga l’anima del suo servo - il vescovo Gianfranco Agostino - e noi, con la nostra preghiera, affrettiamo tale incontro. Alla Chiesa che è in Treviso, al Vescovo Michele, ai familiari e a tutti coloro che sono nel dolore, la nostra vicinanza nella fede e nella preghiera che guarda oltre il tempo presente nel cielo luminoso dell’eternità, ossia nel Cristo risorto, unica nostra speranza”

Il ricordo del generale dei frati minori e la sepoltura in cripta

Prima del termine della celebrazione, il saluto del generale dei frati minori conventuali, fra’ Carlos Trovarelli, che ha ricordato la costante vicinanza di padre Agostino al suo ordine, oltre che alcuni tratti e abitudini della sua persona: dalla fine intelligenza, al buon umore espresso anche attraverso sagaci barzellette, fino all’amore per le camminate in montagna.

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In seguito alla celebrazione, il rito della sepoltura nella cripta della Cattedrale, e il primo omaggio di vescovi, sacerdoti e fedeli.

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