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Ritrovata la reliquia di Don Bosco

“Quando il comandante dei Carabinieri di Asti ha avvisato il rettor maggiore, dicendo che la reliquia era stata ritrovata, abbiamo tirato un sospiro di sollievo”. Don Francesco Cereda, vicario del rettor maggiore dei Salesiani, commenta il ritrovamento del reliquiario contenente il cervello del santo fondatore dei Salesiani.

“Quando il comandante dei Carabinieri di Asti ha avvisato il rettor maggiore, dicendo che la reliquia era stata ritrovata, abbiamo tirato un sospiro di sollievo”. Don Francesco Cereda, vicario del rettor maggiore dei Salesiani, commenta al Sir il ritrovamento del reliquiario contenente il cervello di san Giovanni Bosco, che era stato rubato nel pomeriggio di venerdì 2 giugno a Colle don Bosco (At). “L’ampolla di vetro in cui è contenuta la reliquia e la ceralacca sono intatte. Nulla è stato toccato”, rivela don Cereda. “Siamo riconoscenti ai Carabinieri, che hanno condotto un’operazione rapida ed efficiente. Ma soprattutto siamo riconoscenti a Dio, perché l’affetto che nutriamo verso Don Bosco è rappresentato anche dalla cura con cui conserviamo le sue reliquie. Quando è avvenuto il furto, abbiamo ricevuto migliaia di messaggi da tutto il mondo. Nessuno di noi, però, ha mai disperato”.

La presenza dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, giunti a fornire supporto ai colleghi della linea territoriale, è stata importante per l’individuazione del luogo dove il ladro, C.G. 42enne italiano, già noto alle forze dell’ordine risiedeva con la compagna, incensurata. Fin dai primi momenti non è stata scartata nessuna pista ed alla fine, dopo ore di osservazione, pedinamenti,  attività di analisi e visione di innumerevoli filmati di sicurezza della struttura religiosa e dei Comuni vicini a Castelnuovo, si è riusciti a giungere all’intervento, in esecuzione al decreto di perquisizione emesso dalla Procura della Repubblica di Asti, scattato alle prime luci dell’alba di oggi a Pinerolo nel corso del quale è stata rinvenuta l’ampolla reliquiaria perfettamente conservata (con intatti i sigilli della Congregazione Salesiana) assieme ad altri elementi utili alle indagini ai fini comparativi con le ulteriori tracce lasciate sulla scena del crimine. La reliquia era occultata in una teiera in rame posta in un armadietto della cucina dell’abitazione. A quanto pare le ragioni del furto non risiedono né a volontà di chiedere un riscatto e neppure ad una ordinazione di qualche collezionista, ma semplicemente all’erronea convinzione che il coperchio della teca fosse di qualche valore. 

“È con grande gioia e riconoscenza al Signore che ho appreso la notizia del ritrovamento della reliquia di San Giovanni Bosco. Ero certo che saremmo arrivati a questo risultato perché la figura del Santo dei Giovani è così amata e onorata in tutto il mondo che nessuno, per quanto ladro e brigante, avrebbe potuto resistere alla corale preghiera e forte condanna da parte di chi ha appreso la notizia e ha pregato perché la reliquia fosse recuperata al più presto”. Lo dichiara mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, a seguito del ritrovamento. “Un grazie particolare desidero rivolgere alle Forze dell’Ordine che hanno lavorato indefessamente e con grande professionalità per ritrovare la reliquia e assicurare alla giustizia il responsabile del furto. Voglia San Giovanni Bosco perdonare questa persona e infondere il pentimento necessario per ritrovare pace e serenità nel cuore – prosegue il vescovo – oltre che la volontà di non commettere più gesti simili. I fedeli e tanti giovani amici del Santo potranno ora continuare a pregarlo davanti alla sua reliquia chiedendogli di seguirne l’esempio di misericordia e di bontà che lui ha avuto sempre verso coloro che pure aveva commesso azioni malvagie, vincendo così il male con il bene come ci ha insegnato Gesù”.

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