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Trecentomila anziani soli in Veneto. Lo Spi Cgil lancia l’allarme

Familiari in vacanza, negozi di prossimità chiusi per ferie, caldo opprimente che non permette di uscire. La solitudine attanaglia quasi 300 mila anziani in Regione, aumenta anche il rischio truffe
29/08/2024

Si chiama solitudine e per tanti anziani rappresenta uno dei problemi più rilevanti della propria quotidianità, soprattutto in estate, quando i familiari sono in vacanza, i negozi di vicinato chiudono, i servizi si riducono e le truffe si infittiscono. Secondo un’indagine dello Spi Cgil del Veneto - che ha analizzato i dati Istat relativi alla popolazione over 75 (quella più fragile e in molti casi non autosufficiente) - quasi metà degli ultra 75enni vive presumibilmente da solo, o accudito da una assistente familiare, perché nubile o celibe, divorziato o, più di frequente, vedovo.

Stiamo parlando di quasi 300 mila persone che, soprattutto in queste settimane, rischiano di perdere i propri punti di riferimento, sia nelle città, che si vuotano, sia nelle zone più isolate dove la solitudine è ancora più marcata durante tutto l’anno.

“D’estate - commenta Nicoletta Biancardi, segretaria generale del sindacato dei pensionati del Veneto -, e durante certe festività, come il Natale, per molti nostri anziani l’isolamento e il senso di solitudine aumentano ed è per questo che in questi periodi le Amministrazioni comunali devono aumentare la soglia dell’attenzione verso i soggetti più fragili. Per alcuni anziani diventa impossibile andare a fare la spesa, perché il negozio sotto casa è chiuso. Può essere un’impresa anche recuperare i medicinali, per questo riteniamo necessario prevedere servizi a domicilio, ma anche trasporti dedicati a chi non può muoversi in macchina o con altri mezzi. Come abbiamo fatto anche negli anni passati – continua Biancardi – stimoliamo una sorveglianza di vicinato, invitando le persone più giovani a relazionarsi con gli anziani soli che abitano nello stesso condominio o nella stessa via. Poi, c’è la questione delle truffe, che possono andare dalla firma di un contratto non richiesto al vero e proprio raggiro, come quello del finto abbraccio o del finto incidente, tramite il quale i truffatori rubano soldi e gioielli ai soggetti più indifesi. Queste situazioni sono in netta crescita e colpiscono in particolare gli anziani e le anziane sole, soprattutto d’estate e durante le festività. Di solitudine, ricordiamoci, si può morire. Ed è terribile sentire dalle cronache dei giornali che alcune persone anziane muoiono sole e dimenticate da tutti, e che ci si accorge del loro decesso solo dopo giorni se non settimane”.

Lo Spi Cgil del Veneto ha elaborato, provincia per provincia, i numeri degli ultra 75enni che vivono potenzialmente soli. La fetta più grande è composta dalle vedove, che sono oltre 240 mila, contro i circa 40 mila vedovi. Gli anziani celibi sono più di 16 mila e 500 mentre le nubili superano quota 22 mila e 700. Numeri inferiori per i divorziati, circa 5 mila e 200, e per le divorziate, poco più di 8 mila. Di fatto, un quarto degli ultra 75enni maschi è solo mentre per le donne, che sono più numerose, la percentuale si impenna al 65%.

A livello provinciale, le percentuali più alte di anziani soli vivono nei due territori che contemplano anche le pensioni più povere: Belluno - dove il 67,5% delle ultra 75enni e il 28% degli over 75 maschi è celibe/nubile, divorziato o vedovo – e Rovigo, con la stessa percentuale di anziane sole e il 26% di uomini. Le province di Treviso (24% degli uomini e 64% delle donne, in totale il 47% degli over 75) e di Padova (che ha pressoché gli stessi numeri percentuali), invece, registrano i numeri meno elevati. Venezia ha il 25% di donne over 75 sole, il 65% degli uomini, e in totale il 48% della popolazione anziana che vive da sola.

In tale contesto, conclude Biancardi, “lo Spi Cgil del Veneto continua a promuovere i progetti dell’invecchiamento attivo per i quali è necessaria una capillare programmazione, anche con la Regione del Veneto, e lo stanziamento di risorse, senza le quali diventa difficile portare avanti le politiche e le iniziative dedicate a quello che la stessa Oms definisce come quel processo di ottimizzazione delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza per migliorare la qualità della vita delle persone che invecchiano”.

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