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La sensibilità è dono prezioso, non fragilità

Essere altamente sensibili presenta vantaggi che riguardano la predisposizione e capacità di cogliere gli aspetti di senso dell’esistenza, di sviluppare empatia, di trovare soluzioni creative, di trarre apprendimento dalle esperienze

06/05/2022

Quante volte si definisce una persona “sensibile”, ma in realtà si intende “fragile”.
Non è così esatto, anzi spesso si configura essere un vero pregiudizio.

Pare infatti che un quinto della popolazione mondiale sia sensibile, o meglio più sensibile rispetto ai normosensibili, ma non per questo sia necessariamente fragile. Le ricerche affermano che la maggior sensibilità è dovuta alla genetica, anche se è certamente aiutata da un certo tipo di educazione, formazione ed esperienze.
Il gene principale che rende altamente sensibile una persona su cinque, rende la stessa anche molto più ricettiva alle influenze ambientali soprattutto nell’età evolutiva. L’educazione cioè ha un ruolo ancora più importante nelle persone altamente sensibili di quanto non abbia per gli altri. Quindi, se l’alta sensibilità non è una condizione anomala o patologica, cosa rende il cervello e il sistema nervoso di una persona altamente sensibile differente, e in meglio?

Essenzialmente, negli altamente sensibili l’amigdala, la struttura al centro del cervello che costituisce la “centrale” delle emozioni, registra un funzionamento più alto della media quindi essi vivono più intensamente la vita. Inoltre, anche i neuroni-specchio svolgono un ruolo più importante nel cervello di queste persone. I neuroni-specchio sono le cellule cerebrali che aiutano a capire cosa sta sperimentando qualcuno, in base alle sue azioni e reazioni, confrontando il suo comportamento con le volte in cui ci si è comportati in modo analogo.
In pratica i neuroni-specchio permettono di provare empatia e compassione per gli altri, riconoscendo la gioia o il dolore attraversato dalla persona con cui ci si relaziona, e le persone altamente sensibili hanno neuroni-specchio decisamente più attivi.
Sono infine persone spiccatamente intuitive.

L’intuizione non è istinto né buonsenso, ma la conoscenza diretta e immediata di una verità, che si manifesta alla coscienza senza bisogno di ricorrere al ragionamento. E’ dunque considerato un modo privilegiato di conoscere che consente, superando gli schemi macchinosi del ragionare, una più vera e profonda comprensione della realtà esterna e interna.
Einstein considerava la mente intuitiva come il dono prezioso che va oltre l’intelletto, affermando: “La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un servo fedele. Abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono”.

Essere altamente sensibili presenta vantaggi che riguardano la predisposizione e capacità di cogliere gli aspetti di senso dell’esistenza, di sviluppare empatia e mediazione tra le persone, di trovare molteplici soluzioni creative, di trarre maggiore apprendimento e giovamento dalle esperienze.
Tutto questo a patto che si maturi anche la consapevolezza del proprio limite e che ci si fermi ben al di qua di esso, in modo che la sensibilità, piuttosto che fragilità, diventi solidità per sé e per gli altri.

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