Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Scena muta alla Maturità. Una scelta non condivisibile
Difficile negare simpatia al mondo adolescenziale, periodo difficile e affascinante dove ci si sforza di trovare autonomamente un posto nel mondo e, nello stesso tempo, luogo di grandi rivendicazioni. Poli che spesso si fatica a tenere insieme. Capita che all’esame di maturità si faccia scena muta, a volte per scelta. Una scelta, di recente, fatta in nome di un’ingiustizia patita rispetto alla votazione su una prova scritta, almeno così nell’interpretazione di tre studentesse alla maturità del liceo Foscarini di Venezia. Qualche riflessione, senza pretese. La scelta personale merita rispetto, ma perché non dire all’esame ciò che si sa – cosa che probabilmente avrebbe potuto smentire chi ha valutato “male” – e alla fine, in pochi secondi, esporre le proprie ragioni? Posizione questa che avrebbe tenuto insieme preparazione e rivendicazione, dando alla rivendicazione uno spessore autorevole. Sull’amplificazione della notizia: prime pagine, attestati di lode o attacchi inauditi... Da qualche tempo soffro (il verbo non è a caso) per l’abitudine a “sparare” sull’istituzione: sport diffuso, a torto o a ragione. Come nei film degli anni ’70, con Banfi, Vitali, Fenech, dove l’incarnazione dell’istituzione scolastica era affidata a personaggi di rara imbecillità. Eppure l’umano non può farne a meno: resta il problema, enorme, di quanto un’istituzione sia giusta e, insieme, di salvarne l’autorevolezza. Oggi la scuola e i suoi insegnanti, ma domani qualsiasi altra. Mi sembra ne siano consapevoli anche le studentesse: non faranno ricorso per non costringere tutti a rifare la prova d’esame. Ha l’aria di una salvaguardia nei confronti della classe, anch’essa un’istituzione. Sembra di incontrare, qui, uno dei motivi di maggior rimprovero alle istituzioni stesse: la presenza al proprio interno di un’accanita autodifesa. Scelta personale, istituzioni, giustizia: legame complicatissimo. Da adulti siamo chiamati a testimoniare una giustizia credibile, ma anche dei legami indispensabili: un’eredità per gli adolescenti.