venerdì, 03 maggio 2024
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Riconoscere nei ragazzi l’alto potenziale cognitivo

I bambini, i ragazzi sono tutti speciali, lo sanno bene educatori, insegnanti, animatori, per non parlare dei genitori, poi, come alle olimpiadi, ci sono tante specialità e chi corre i 100 metri non corre poi la maratona. Una di queste “specialità” è l’alto potenziale cognitivo, ossia quella attitudine e capacità che hanno alcuni bambini e ragazzi nel dimostrare e rivelare i loro talenti partendo da un quoziente intellettivo elevato. Come li possiamo riconoscere? Spesso dalle molte domande che pongono, dal fatto non si riesce mai a soddisfare il loro bisogno di sapere o che i loro desideri e bisogni di conoscenza, creatività, manualità corrono più veloci della loro età. Sono bambini e ragazzi “performanti”, capaci, intelligenti e vivaci che rischiano di restare fuori dai processi di apprendimento di un gruppo classe perché possono manifestare parallelamente anche degli atteggiamenti non corretti: disturbano i compagni come conseguenza della noia, sono vivaci e difettano di attenzione come conseguenza dei molti stimoli, o viceversa si chiudono in se stessi come espressione di eccessiva autonomi, rivelando in entrambi i casi, e questo capita spesso, problemi di relazione. La Regione Veneto una decina di anni fa ha emanato le linee guida sull’alto potenziale cognitivo, un testo che è stato uno stimolo e un’occasione per molte scuole e insegnanti di affrontare la questione, promuovendo iniziative di studio e formazione anche attraverso la costituzione di reti scolastiche, una delle quali molta attiva a Treviso. Obiettivo: riconoscerli, identificarli, apprezzarli e valorizzarli. Questo processo mette in gioco insegnanti e famiglia, non solo per l’attivazione del processo di valutazione del profilo del ragazzo, ma anche per un’attenzione alle modalità didattiche e di apprendimento. Significa ribaltare un atteggiamento: scuola e famiglia come luoghi per aiutare i ragazzi, tutti, a realizzare il loro potenziale invece di etichettarli quando non lo fanno.

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