Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Impossibile trovare le risposte ad alcuni omicidi
Un ragazzo di 17 anni di Paderno Dugnano, ha ucciso il fratellino di 12 e i genitori, accoltellandoli. Un episodio che segue altri episodi e di cui hanno parlato le cronache. La domanda a cui gli esperti hanno cercato di rispondere è «Perché l’ha fatto? Cosa gli passava per la testa?». Rispetto a questa riporto quanto affermato da Paolo Crepet in un’intervista: «Va chiesta all’Onnipotente. Criminologi e psicologi che rispondono ad una domanda del genere sono dei fanfaroni. Quello che mi spaventa invece è come mai non se ne sia accorto nessuno». É impossibile in poco spazio azzardare una riflessione. Non sarebbe serio. Ma leggendo diversi commenti, non è difficile trovare un filo rosso che li accomuna: ed è la crisi della relazione. Che è di riflesso la crisi dell’intelligenza, caratteristica delle persone di leggere dentro e legarsi tra, costruendo legami profondi di conoscenza e compassione che ci permette di vivere bene, laddove il bene è ciò che ci rende felici assieme, e non ciò che soddisfa solo bisogni o desideri. Massimo Recalcati: «il problema è come si possa essere dei buoni genitori in un tempo dove viene svalutato sistematicamente il dialogo e la parola».
Ancora Crepet: «All’epoca di Novi Ligure sono stato preso per i fondelli dicevano che banalizzo soltanto perché chiedevo se in quelle famiglie alla sera, a cena, ci si chiedeva anche come va. Figuriamoci oggi!». Il confine tra l’evidenziare la crisi della nostra società e delle sue tradizionali istituzioni e l’apparire solo dei vecchi nostalgici di un mondo passato è sottile. Voglio correre il rischio, riportando un commento sulla vicenda di Susanna Tamaro che riprendendo il primo Salmo nella traduzione da lei preferita: «Beato l’uomo che non siede nel consesso dei beffardi», dice: «Chi è il beffardo? Quello che deride ogni cosa e che cos’è la derisione se non la negazione stessa del fondamento? I beffardi manipolano la realtà, seguendo il loro orizzonte che non è quello della costruzione ma piuttosto della distruzione. I beffardi proclamano ormai da troppo tempo che il metro di ogni cosa è il nostro desiderio e che è lecito compiere ogni atto per realizzarlo, perché il bene è unicamente ciò che fa bene a me».