lunedì, 28 aprile 2025
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Il cielo è da considerarsi il nostro unico limite?

L’educare ha ancora a che fare con una certa visione dell’uomo e non spetta solo ai genitori

La memoria non è più virtù, piccolo sforzo. Riprendo, da un’altra prospettiva, una riflessione che parte dall’incidente accaduto il 14 giugno a Roma, nel quale ha perso la vita un bambino di 5 anni. Uno dei mezzi era un Suv Lamborghini, noleggiato e guidato da uno youtuber. Il titolare della concessionaria “Skylimit” ha scritto: “Siamo scossi e addolorati della tragedia consumatasi” e aggiunge alla fine del messaggio: “Ma non siamo in alcun modo corresponsabili o, peggio ancora, complici di ciò che è accaduto, poiché il compito della nostra società è offrire servizi. Il ruolo di educatore spetta ai genitori”. Il ragionamento fila. Verrebbe da dire: che significa educare? Veramente possiamo tirarci fuori? Troppo impegnativo, credo. Mi concedo un po’ di svago e vado sul sito di “Skylimit”. Sotto al logo lo slogan, appunto: il cielo è il limite. Ingenuamente continuo il giro e noto che per due volte viene ricordato che si può prenotare senza carta di credito. C’è il “Luxury Car Sharing”, forma di condivisione con auto di lusso: per 50 giorni l’anno il costo è 460 euro al giorno, 23.000 euro annui. Ciò che mi incuriosisce maggiormente, però, sono i requisiti per accedere al servizio: 23 anni, la patente e “nessun’altra informazione riguardo i tuoi redditi”.

L’età e l’esperienza mi suggeriscono che l’educare abbia ancora a che fare con una certa visione dell’uomo e lei, “signor Skylimit”, che promette il cielo come unico limite (in altre parole sei un dio) e non vuole sapere nulla della carta di credito e dei redditi altrui, è sicuro di non “educare” a un certo tipo di uomo? Forse è questa la forma di razzismo più pericolosa: tra chi i soldi li ha (fatti), anche senza carta di credito, e chi non li ha (fatti). E su questo tipo di educazione, mi permetta “signor Skylimit”, penso siamo responsabili tutti, non solo i genitori.

Un’ultima considerazione: di mio non trovo intrigante il fatto di pensare il cielo come un limite, trovo più commovente il fatto che il cielo sia sceso sulla terra. Lo diciamo al “signor Skylimit”?

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