Solo eccentrico o anche pericoloso?
Quelle che molti ritenevano delle “sparate” un po’ eccentriche di...
Molte volte, dopo una bella esperienza, rimane il ricordo e un po’ di nostalgia, perché tutto si è concluso e si ritorna alla quotidianità con i suoi ritmi più o meno frenetici. Ci sono, però, esperienze che ci non lasciano indifferenti e muovono in noi quell’inquietudine che ci spinge a non adagiarsi. A volte, abbiamo bisogno di un incontro o della scoperta di un bisogno altrui, per farci mettere in moto. È partita in questo modo l’iniziativa “Un sapone per un sorriso” per le donne del carcere della Giudecca, che personalmente avevo incontrato nella mia esperienza estiva di volontariato. Suor Anna Follador, che opera all’interno del carcere, ha fatto presente come spesso le donne non abbiano il necessario per l’igiene personale: è nata, così, l’idea di fare qualcosa. Da soli si fa poco e così abbiamo chiesto aiuto ed è partita una gara di solidarietà, che attraverso i fedeli delle parrocchie dei santi Vito e Modesto di Spinea, Briana di Noale e Stigliano di Santa Maria di Sala, con i rispettivi gruppi giovani, ha permesso di raccogliere diversi prodotti che con borse, zaini e scatoloni sono stati recapitati a suor Anna che ha provveduto, poi, a distribuirli alle donne secondo le loro necessità. I ragazzi si sono lasciati coinvolgere con entusiasmo, donando il loro tempo per la raccolta del materiale, per trasportarlo a Venezia, ma, soprattutto, hanno ascoltato le testimonianze, in particolare quella di suor Anna, che ha illustrato la realtà carceraria e risposto alle loro domande nell’incontro avvenuto a Venezia.
Un’esperienza di volontariato impegnativa che ha, però, permesso loro di conoscere nuove realtà, di mettersi in gioco in prima persona e, insieme ad altri, di scoprire una comunità viva, in collaborazione per uno scopo comune. Dalla raccolta delle loro riflessioni sull’esperienza è emerso come sia stato toccante ascoltare la vita e la realtà che vivono le donne in carcere e il servizio che le suore di Maria Bambina svolgono in questa realtà, ma anche vedere e toccare con mano la generosità e la sensibilità delle tante persone che hanno donato i prodotti. Importante, inoltre, è stato per loro capire che l’obiettivo più grande era quello di far sentire a queste donne che, come diceva una frase scritta in carcere all’interno della postazione Biennale arte, “Non sono sole nella notte” e sono riconosciute nella loro umanità e dignità. Quindi, esperienza da ripetere, hanno detto i ragazzi.
Per tutto ciò, di cuore, si ringraziano le comunità parrocchiali dei santi Vito e Modesto di Spinea, di san Giovanni Battista in Briana di Noale e dell’Annunciazione B.V. in Stigliano con i rispettivi parroci, don Riccardo Zanchin e don Giovanni Fighera, e, in particolare, i gruppi giovani di queste comunità per il grande impegno, la sensibilità e generosità dimostrata.
“La generosità delle piccole cose allarga il cuore” dice papa Francesco, possa essere per tutti noi un augurio per vivere in pienezza il nostro cammino in speranza e fraternità.