Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Testi delle canzoni violenti e sessisti. Che cosa dice la legge?

Può farci sorridere come all’epoca in cui l'Ufficio di Censura dei Pubblici Spettacoli avesse imposto la modifica di un verso della romanza «E lucevan le stelle» dell’opera Tosca di Luigi Illica e Giacomo Puccini. Sul verso originale «Le belle forme disciogliea dai veli», la censura obbligò a sostituire l'allusiva parola forme con la più casta chiome. Ma quello non è stato l’unico caso, nel tempo si sono susseguiti diversi divieti e prescrizioni in tal senso. Ricordiamo “Vecchio frac” che ha procurato la prima censura a Domenico Modugno, costretto a sostituire la frase «un attimo d’amore» con «Ad un abito da sposa, primo ed ultimo suo amor», in quanto non era possibile citare, in una canzone, un attimo d’amore. Con l’evolversi della società, si sono manifestate le prime aperture, segno che i costumi e il modo di pensare stavano cambiando e la libertà di espressione ha assunto una forma sempre più concreta. Del resto, la Costituzione italiana all’art. 21 riconosce il diritto alla libertà di espressione e di stampa. E così ora siamo abituati a sentire non solo critiche di ogni genere, ma anche pensieri veicolati a volte attraverso un linguaggio molto forte che rispecchia spesso il modo di parlare comune. Al di là del lontano ricordo delle censure dei primi anni del Novecento, è recente la notizia della cancellazione a Castelfranco Veneto, dopo le polemiche sollevate del concerto del rapper Niky Savage i cui testi delle canzoni sono stati ritenuti sessisti da moltissime persone.
Ci chiediamo, a questo punto, se ci siano delle regole da rispettare nella stesura dei testi. In Italia la creazione di canzoni con testi violenti o sessisti non è proibita per legge. Tuttavia, è importante considerare l’etica e il contesto sociale nella scrittura di tali testi, che possono essere controversi o offensivi per molte persone. E’ indubbio che l’arte può avere un impatto significativo sulla società. Molte organizzazioni e associazioni promuovono, infatti, l’uso responsabile delle parole nelle canzoni, incoraggiando gli artisti a evitare testi che incitino all’odio, alla discriminazione e alla violenza. Inoltre, è possibile che alcune piattaforme di distribuzione musicale o stazioni radio possano rifiutare di promuovere o trasmettere brani con contenuti considerati offensivi. Quindi mentre si potrebbe avere il diritto di scrivere testi di questo tipo, è importante prendere in considerazione l’impatto che avranno sulla società e sul pubblico. E’ vero che la Costituzione riconosce il diritto alla libertà di espressione, tuttavia, questo diritto non è assoluto e può essere soggetto a limitazioni per proteggere altri diritti o interessi, come la dignità umana, la moralità pubblica e l’ordine pubblico. Anche se la Costituzione non tratta direttamente il contenuto delle canzoni, le limitazioni alla libertà di espressione possono essere applicate in base a leggi specifiche che affrontano questioni di diffamazione, istigazione all’odio o alla violenza, e altre forme di contenuto che possano arrecare danni o lesioni gravi a individui o a gruppi. In pratica, le canzoni con testi violenti o sessisti potrebbero non violare direttamente la Costituzione, ma comunque essere soggette a restrizioni o critiche sulla base di altre leggi o norme etiche e sociali. Senza dimenticare una buona dose di buon senso.