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Castelminio, si riaccende la luce: Domino Led rileva la Fabbian dopo il fallimento

Il rilancio della storica azienda di prodotti di illuminazione passa per l’innovazione tecnologica, la qualità del design e il led. Fondata nel 1961, la Fabbian ha sempre prodotto lampade per abitazioni e progetti chiavi in mano.

Il rilancio della Fabbian, storica azienda di prodotti di illuminazione di Castelminio di Resana, passa per l’innovazione tecnologica, la qualità del design e il led. A rilevarla, dopo che ne è stato decretato il fallimento a seguito delle vicende delle banche venete, e imprimere così un nuovo corso è l’imprenditore castellano Luca Pellegrino, titolare di Domino Led a San Pietro in Gu, nel padovano. “Mantengo tutto quello che c’è di buono in questa azienda ma voglio renderla più tecnologica e competitiva - ha spiegato in conferenza stampa -. Le competenze delle due realtà che guido ci permetteranno di essere innovativi e competitivi” unendo il know how di Fabbian, cioè lampade di design e qualità dei prodotti, e di Domino Led specializzata in sistemi di tecnologia led.

Da settanta dipendenti, negli ultimi anni ne sono rimasti 27. Pellegrino punta soprattutto sul commerciale: “Tutto il personale è stato riconfermato e due maestranze ritenute importanti e già uscite dall’azienda sono state richiamate e hanno ripreso servizio”, ha specificato avendo in mente il mercato italiano ma non solo. “L’unione tra il prodotto di design di Fabbian e l’innovazione di Domino Led costituirà un forte motore soprattutto nel mercato internazionale che guarda al made in Italy come a un segnavia irrinunciabile”.
Fondata nel 1961, l’azienda di Castelminio ha sempre prodotto lampade per abitazioni e progetti chiavi in mano. Si è avvalsa in passato di collaborazione con designer internazionali tra cui molti giovani, interpreti e protagonisti delle tendenze metropolitane e cosmpolite. Per la sua dinamicità è stata protagonista di collaborazione con importanti siti museali nazionali con il Museo Correr di Venezia e il Museo di Santa Giulia di Brescia. E’ stata spesso chiamata a rappresentare il design italiano come per esempio nell’esposizione al Colegio de los Arquitectos di Madrid. Nel 2008 fattura 16 milioni di euro, poi il declino a causa della crisi e del collasso bancario.

“E’ una storia di imprenditoria italiana che salva e rilancia un’azienda italiana”, con l’obiettivo di tornare ai numeri pre crisi, spiegano ancora, soprattutto pensando ad altre realtà venete che hanno scritto pagine importanti e che ora stanno chiudendo. Cambierà dunque la tipologia di lampada, con la tecnologia led, in un processo progressivo non solo di integrazione con la Domino Led ma anche di ampliamento delle politiche aziendali di sostenibilità ambientale.

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