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La chiesa di Tombolo torna a splendere

Partiti con l’idea di ritinteggiare gli ambienti interni, in corso d’opera ci si è accorti della necessità di un intervento complessivo e strutturale della parrocchiale e del suo campanile, in stato di degrado. Domenica 28 settembre l'inaugurazione.

Quindici mesi di intenso lavoro per riportare alla sua bellezza la chiesa di Sant’Andrea apostolo e il campanile. Un impegno coraggioso quello assunto la comunità di Tombolo, che domenica scorsa ha festeggiato il termine dei lavori, riconoscendo a quanti hanno avuto un ruolo nell’opera dedizione e disponibilità. “L’idea di abbellire almeno in parte la nostra chiesa è nata in occasione del Centenario della morte di Pio X, per i tombolani don Giuseppe Sarto – ha spiegato il parroco, mons. Bruno Cavarzan -. Le risorse economiche della parrocchia, grazie alla costante generosità dei fedeli, avevano già fatto fronte negli ultimi cinque anni a diversi lavori in canonica, in patronato, nell’abside della chiesa e alla scuola materna. Però qualcosa si doveva pur fare, la gente lo chiedeva”.
Partiti con l’idea di ritinteggiare gli ambienti interni, in corso d’opera ci si è accorti della necessità di un intervento complessivo e strutturale della parrocchiale e del suo campanile, in stato di degrado. Costo complessivo 830 mila euro, quasi interamente già coperti. “Mi hanno colpito in questi mesi due gesti di solidarietà – ha proseguito don Bruno -: innanzitutto la disponibilità delle famiglie di Ennio Doris, Lina e dei loro figli Massimo e Sara. In secondo luogo non potrò mai dimenticare il cuore di una ragazzina che, dopo mesi di impegnative rinunce personali, mi ha consegnato i suoi risparmi dicendomi: «La chiesa è anche la mia casa, la voglio bella». Voglio anche sottolineare che questo importante intervento economico non ha fatto venire meno l’attenzione della nostra comunità alle persone che per mancanza di lavoro o altre emergenze vivono situazioni di difficoltà. Gli interventi nell’ambito della Caritas sono raddoppiati”.
“Ci si può chiedere se ha avuto senso impegnare così tanti soldi, in tempo di crisi, per il restauro di una struttura – ha detto mons. Giuliano Brugnotto, intervenendo alla festa della comunità per la fine dei lavori -? La risposta è che si è trattato di una scelta necessaria ed anche opportuna. Oggi viviamo una povertà non sempre e solo economica ma più radicale. Avere dunque una chiesa che accoglie le persone per incontrarsi ed incontrare Colui che ci dona la vera libertà è fondamentale e prezioso".

Un più ampio servizio su numero della Vita del popolo di domenica 5 ottobre

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