Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
La terza via per spiegare l’universo
La coscienza e il libero arbitrio sono alla base della nostra realtà fisica. E’ partita da qui, nella serata del 5 novembre, la prolusione per l’apertura del nuovo anno accademico dell’Ateneo di Treviso, tenuta dal celebre professore Federico Faggin, fisico quantistico e padre del microchip, in sala Longhin del seminario. Faggin, vicentino di origine, laureato all’Università di Padova, si è, poi, trasferito nella Silicon valley, in California, Stati Uniti. Lì, a partire dall’inizio degli anni 70, ha realizzato il primo microprocessore commerciale e, negli anni successivi, modelli di microchip sempre più complessi, contenuti in larga parte dei computer domestici, nei videogiochi degli anni ’80, ma anche in calcolatrici, fotocopiatrici, televisori o sistemi domotici... A quarant’anni aveva ottenuto tutto, scoperte importanti, fama, ricchezza, affetti familiari, ma ancora non era felice, ha raccontato.
Così, dieci anni più tardi, dopo un’esperienza che lo ha portato a modificare la percezione delle cose, ha iniziato a studiare la coscienza: “L’esperienza mi ha fatto capire che non siamo macchine, viviamo sensazioni che vanno oltre la realtà conoscibile, che non sono riconducibili a numeri, così ho cercato di capire. C’è un problema della scienza che non è mai stato risolto: se tutto, compreso la nostra coscienza, è riconducibile a strutture fisiche e misurabili, capaci di elaborare le informazioni, allora anche un computer dovrebbe essere in grado di usare una coscienza, invece questo non è possibile e non lo sarà mai”.
Da questa osservazione, con un gruppo di scienziati, attraverso la Federico and Elvia Faggin Foundation, ha aperto una terza via scientifica per spiegare l’universo, partendo dallo studio della fisica quantistica: “Nella fisica quantistica non ci sono leggi, come nella fisica classica, che è deterministica, ma possiamo calcolare solo delle probabilità. Le cellule viventi si comportano in maniera quantistica e classica, ed è per questo che una macchina, che segue le leggi della fisica classica, non potrà mai replicare la nostra coscienza”. Attraverso i suoi studi, dunque, Faggin arriva a concludere: “L’ipotesi è che la coscienza e il libero arbitrio devono essere fenomeni quantistici, che esistono in una realtà più vasta di quella che gli strumenti e il corpo umano possono rilevare. Questa realtà si può solo esplorare unendo profondamente scienza e spiritualità e ponendo fine al tragico dualismo che oggi le separa”.
Durante la serata sono stati consegnati anche i diplomi ai nuovi soci dello storico Ateneo, nato nel 1810. Tra questi, un riconoscimento anche al medico psichiatra e scrittore veronese, Vittorino Andreoli. Il sindaco di Treviso, Mario Conte, è intervenuto annunciando la volontà di creare un osservatorio sull’Intelligenza artificiale. L’Ateneo ha anche il sostegno del Rotary club Treviso.
Tra i prossimi appuntamenti dell’istituzione culturale trevigiana, tutti aperti gratuitamente, alle 17.30 in Seminario, venerdì 15 novembre Valeria Favretto interverrà su “La professione di meretricio fra Medioevo ed Epoca moderna. Il caso di Treviso” e Giuseppe Vanzella su “Piazza Santa Maria dei Battuti, la culla della fotografia a Treviso”.