martedì, 29 aprile 2025
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Treviso - Figlie della Chiesa: da 80 anni a Santo Stefano

Diverse iniziative in programma per celebrare l'anniversario dell'arrivo a Treviso

Scrive madre Maria Oliva, ora Venerabile, fondatrice delle Figlie della Chiesa: “La Domenica degli Olivi Sua Eccellenza Mons. Mantiero mi consegnò le chiavi di un’umile casetta attigua alla chiesa di Santo Stefano succursale della Parrocchia, e il Sabato Santo, che nel ’39 coincideva coll’undicesimo Sabato del Rosario, ci riabbracciammo felici.(…) La Madonna ci aveva preparata una casetta proprio di nostro gusto: all’esterno stile nazareno e all’interno squallore betlemitico” (in “Fiore di Passione” pp. 51-52). Era l’8 aprile del 1939: un ottantesimo che merita di essere ricordato, anzi celebrato, perché gli inizi furono segnati da povertà e insieme da provvidenziale generosa carità. La piccola comunità era ancora “in prova” dopo il periodo sperimentale iniziato a Roma nel 1938 nella Casa Generalizia delle Canossiane, di cui madre Oliva faceva parte; solo nel 1946 sarebbe nata la nuova Congregazione a Venezia. Perplessità e contrarietà non mancavano in diocesi verso la nuova “fondazione” in gestazione, ma supplì la solidarietà della gente, sorpresa di queste suore “che pregano, che sorridono, e sono povere”. Progressivamente, a motivo dei tanti servizi che tuttora esercitano (la cura della chiesa, l’adorazione, l’animazione liturgica, il ministero della Comunione ai malati, l’aiuto nella catechesi, l’accoglienza di gruppi etnici, il servizio ai poveri), le comunità cristiane di Treviso hanno percepito il segreto motivo che le spingeva, allora come ora: “Conoscere, amare e testimoniare la Chiesa, farla conoscere e farla amare – pregare, lavorare e soffrire per essa - a imitazione di Gesù presente nel mistero eucaristico”. La storia di questo carisma ha inizio nel 1913 a Castelfranco Veneto, la città natale di Oliva, quando durante la processione del Corpus Domini, alla quale ella partecipò vincendo l’amor proprio, ricevette l’illuminazione spirituale che l’Eucaristia è sacramento dell’amore oblativo di Gesù Crocifisso e che la Chiesa, suo Corpo Mistico, è anch’essa sacramento d’amore di cui fermentare l’umanità. “La Chiesa non è conosciuta, la Chiesa non è amata, perché non è conosciuto Gesù Eucaristia, che l’ha generata”. Allora, nel 1913, si era alla vigilia della prima guerra mondiale e da decenni la politica nazionale era aspramente anticattolica; nel 1939 iniziava il secondo conflitto mondiale, sporco più della prima di anticlericalismo, razzismo, imperialismo, ateismo. Così la lucerna del Vangelo dell’amore prese ad ardere mentre il mondo era travolto dall’odio e dalla violenza. La piccola comunità delle Figlie in S. Stefano condivise la passione della città, nel venerdì santo del 1944, distrutta dai bombardamenti, e con essa si rimise in piedi nell’adorazione e nella carità, più sostenuta dallo Spirito dopo che nel 1946 divenne una famiglia religiosa e nel ‘57 ebbe l’approvazione pontificia. Ma già nel ‘43 le Figlie della Chiesa poterono offrire a Dio la prima vittima dell’amore: suor Olga Gugelmo, ora Venerabile, che aveva offerto la vita per la comunione ecumenica della Chiesa. Aveva solo 33 anni, 5 vissuti nella malattia trasformata in oblazione d’amore. Era il mistero eucaristico vissuto in pienezza, il cui nascondimento era vissuto anche dalla piccola comunità di S. Stefano, che non ha mai fatto chiasso con iniziative eclatanti; questo ha contribuito a sciogliere le iniziali diffidenze trasformandole in gioiosa fraternità, fatta di preghiera, di carità, di umili fedeli servizi. Non vogliamo dimenticare il contributo al rinnovamento redazionale della Vita del Popolo con il servizio di segreteria di suor Elena Pase negli anni Ottanta (era allora superiora della casa suor Loredana Zarpellon). Chi aveva “intelletto d’amore” capì subito la preziosità di quella discreta presenza trevigiana. Scriveva madre Oliva nel 1941 a Igino Giordani, suo fratello spirituale, da Bavaria del Montello: “Altro avvenimento lieto: la visita a S. Stefano del prof. Giorgio la Pira seguita da una sua mirabile lettera tutta traboccante di santità”.
L’80° avrà altri due appuntamenti celebrativi: il 23 giugno per ricordare il giorno dell’intuizione del carisma, e il 21 novembre, festa della Madonna della salute venerata nella chiesa di Santo Stefano.

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