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Il messaggio del Vescovo per l’inizio della Quaresima: Tempo donato a Dio, a noi, agli altri

“Siamo veramente noi stessi quando lasciamo spazio in noi all’amore infinito di Dio, da cui riparte poi ogni altro nostro impegno, ogni nostra dedizione e cura, ogni nostra forma concreta di amore che si fa incontro, e servizio” scrive mons. Tomasi, rinnovando l’invito a vivere le tre “consegne” affidate alla Diocesi durante la messa di apertura del Giubileo

La Quaresima è il tempo in cui “la Chiesa, madre e maestra, ci invita a preparare i nostri cuori e ad aprirci alla grazia di Dio per poter celebrare con grande gioia il trionfo pasquale di Cristo, il Signore, sul peccato e sulla morte” (Papa Francesco, Messaggio per la Quaresima 2025).

Un tempo di grazia, dunque, in cui ci è donato di prepararci a celebrare la Pasqua, la vittoria sul peccato e sulla morte con cuore grato, capaci di accogliere la novità che lo Spirito genera quando ci lasciamo trasformare dalla sua azione.

A maggior ragione in quest’anno giubilare, la Quaresima può diventare occasione di vivere questo tempo con maggiore consapevolezza, provando a non lasciarlo trascorrere uguale ad ogni altro periodo, catturati come siamo dalle mille pur legittime preoccupazioni dell’esistenza.

Non cediamo alla tentazione di credere che dedicare del tempo alla relazione con Dio, alla preghiera, all’ascolto e alla meditazione della Parola di Dio, alla celebrazione non occasionale dell’Eucaristia sia un tempo rubato alla nostra vita. Non pensiamo che potremmo piuttosto applicarci con maggior profitto alla soluzione dei problemi grandi e piccoli della nostra esistenza, fosse anche alle grandi questioni di questo tempo difficile da decifrare e da affrontare.

Il tempo donato alla relazione con Dio è tempo regalato alla nostra vera e profonda umanità. Siamo veramente noi stessi quando lasciamo spazio in noi all’amore infinito di Dio, da cui riparte poi ogni altro nostro impegno, ogni nostra dedizione e cura, ogni nostra forma concreta, reale e necessaria, di amore che si fa incontro, e servizio.

Papa Francesco ci indica la direzione da seguire nelle conclusioni dell’enciclica Dilexit nos, che ha dedicato all’amore umano e divino del cuore di Gesù Cristo: “Oggi tutto si compra e si paga, e sembra che il senso stesso della dignità dipenda da cose che si ottengono con il potere del denaro. Siamo spinti solo ad accumulare, consumare e distrarci, imprigionati da un sistema degradante che non ci permette di guardare oltre i nostri bisogni immediati e meschini. L’amore di Cristo è fuori da questo ingranaggio perverso e Lui solo può liberarci da questa febbre in cui non c’è più spazio per un amore gratuito. Egli è in grado di dare un cuore a questa terra e di reinventare l’amore laddove pensiamo che la capacità di amare sia morta per sempre” (Dilexit nos, 218).

Accogliamo i ritmi della liturgia della Quaresima come un aiuto per non essere distratti nelle nostre giornate, viviamo la maggiore sobrietà proposta come l’occasione di stare attenti alle persone che ci stanno accanto, alle relazioni che viviamo, e a quanto il Signore Gesù vorrà farci capire, nella preghiera e nel servizio. Rinnovo per tutti noi le tre «consegne» che ho affidato alla Diocesi durante la Santa Messa di apertura dell’anno giubilare:

- Troviamo un momento quotidiano di preghiera intensa e generosa, in ascolto della Parola: sarà la scuola per ogni nostra altra relazione buona. Preghiamo sempre per papa Francesco, preghiamo per la pace e per la giustizia.

- Incontriamoci tra noi gratuitamente, per amore di Dio e per la gioia di stare insieme, senza pretendere troppo gli uni dagli altri: doniamoci un tempo per volerci bene dal quale potranno poi scaturire tutte le idee e le iniziative per rinnovare le nostre vite, le nostre famiglie, le nostre comunità.

- Andiamo a trovare infermi, anziani in solitudine, persone con diverse abilità, carcerati, persone che non riescono più a sperare, ma anche quelle persone care che forse da tempo aspettano una nostra visita. In loro incontreremo il Cristo crocifisso e risorto.

In questo modo, donando tempo a Dio, a noi stessi e agli altri, ci potremo preparare non soltanto alla celebrazione della Pasqua, ma soprattutto a cogliere che il Signore è già presente ed opera tra noi, così da vivere il tempo che ci è dato più attenti a cogliere i segni della Sua presenza, trasformati dall’amore di Dio che ci precede e ci sostiene.

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