martedì, 17 settembre 2024
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Isolato il genoma del Covid-19 circolato in Veneto

L’Istituto zooprofilattico sperimentale della Venezie (IZSVe) ha sequenziato l’intero genoma del virus SARSCoV-2 responsabile dei casi di Covid-19 in Veneto. Tutti i campioni italiani B1 presentano una mutazione (D614G) a livello della proteina spike, la proteina che permette al coronavirus di infettare le cellule umane.

L’Istituto zooprofilattico sperimentale della Venezie (IZSVe) ha sequenziato l’intero genoma del virus SARSCoV-2 responsabile dei casi di Covid-19 in Veneto. Il sequenziamento è stato eseguito a partire da 13 tamponi naso/faringei inviati dall’azienda Ulss 9 di Verona, con cui l’IZSVe ha stretto un accordo di collaborazione scientifica. Le sequenze sono state depositate nel database pubblico GISAID (https://www.epicov.org/epi3/), rendendo così disponibili per la comunità scientifica le prime sequenze di SARS-CoV-2 dal Veneto.

SARS-CoV-2 appartiene al genere Betacoronavirus, di cui fanno parte anche i virus SARS-CoV e MERS-CoV. Con un genoma di oltre 29.000 basi è uno dei virus a RNA con il genoma più lungo e complesso (https://viralzone.expasy.org/9076), in grado di evolvere sia attraverso la comparsa di mutazioni che mediante eventi di ricombinazione genetica.

Tutti i campioni italiani B1 presentano una mutazione (D614G) a livello della proteina spike, la proteina che permette al coronavirus di infettare le cellule umane. Questa mutazione è presente anche in molti dei virus circolati in Europa, dove è diventata molto velocemente la forma virale predominante. Secondo uno studio recente (non sottoposto a peer review) potrebbe facilitare l’entrata del virus nelle cellule dell’ospite (Bhattacharyya et al., 2020. Anteprima disponibile in: https://doi.org/10.1101/2020.05.04.075911).

Le piccole differenze osservabili nei diversi ceppi del SARS-CoV 2 sono tipiche dei virus ad RNA, che cambiano molto facilmente nel passaggio da un soggetto all'altro, e sono utili per tracciare dinamiche geografiche e comprendere eventuali connessioni epidemiologiche.

Sequenziare regolarmente il genoma di questi virus è fondamentale per monitorarne l’evoluzione, indagare l’acquisizione di mutazioni che potrebbero determinare cambiamenti delle proprietà antigeniche (e quindi ridurre la protezione immunitaria precedentemente acquisita) o della virulenza. Attualmente non ci sono elementi che ci consentono di dire che i SARS-CoV-2 circolanti abbiano cambiato il loro potere patogeno, ossia che siano diventati più o meno aggressivi.

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