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Consorzi di bonifica: poco interesse, ma grandi decisioni

Si tratta di enti strategici, ma anche in occasione del recente rinnovo c’è stata scarsa partecipazione. Nell’ultima tornata elettorale hanno votato percentuali tra il 2% e il 5% degli aventi diritto. Ma sono al centro dei giochi partitici, e sono chiamati a prendere decisioni di grande rilievo sulla sicurezza idraulica

I consorzi di bonifica e dei bacini irrigui in Veneto svolgono un ruolo fondamentale nella gestione delle acque, garantendo l’irrigazione agricola, la difesa idraulica e la tutela ambientale. In un territorio in cui l’agricoltura è un settore strategico e il rischio idrogeologico è sempre presente, questi enti assicurano la manutenzione di canali, opere di scolo e impianti irrigui, permettendo una gestione sostenibile delle risorse idriche.

Il territorio della nostra diocesi di Treviso ha quattro importanti consorzi: Piave, Acque risorgive e, in misura minore, Brenta e Veneto orientale. Sono organismi partecipativi e democratici, con un presidente eletto dopo un lungo processo di elezioni e assemblee.

Amministrano fondi significativi e gestiscono squadre tecniche qualificate. La scarsa conoscenza del loro ruolo porta a una bassissima partecipazione dei cittadini. Nell’ultima tornata elettorale hanno votato percentuali tra il 2% e il 5% degli aventi diritto. Basta possedere un piccolo appezzamento di terra per partecipare alle elezioni delle assemblee consortili.

Eppure, le decisioni prese da questi enti hanno un impatto diretto sulla sicurezza idraulica e sull’uso dell’acqua: da esse può dipendere la realizzazione di una vasca di espansione contro le esondazioni o la pulizia del canale sotto casa. I Comuni ne conoscono bene l’importanza, e i sindaci chiedono spesso interventi e adeguamenti.

I NUOVI EQUILIBRI NEL TERRITORIO

Consorzio “Piave”. Alla fine, il Consorzio Piave è rimasto nelle mani del presidente uscente Amedeo Gerolimetto. L’attacco portato dalla terza lista, che si richiamava probabilmente alla Lega, è stato respinto con perdite. Non c’è dubbio, però, che il contesto in cui lavorerà sarà diverso: i sindaci, che si sono ritrovati in un’alleanza eterogenea comprendente Forza Italia, Fratelli d’Italia, Partito democratico e civici, ma aggregati sul tema dell’attenzione al territorio e ai bisogni di ogni singolo Comune, chiedono più comunicazione e maggiore rappresentanza del territorio. Il primo atto è stata l’assemblea dei sindaci, che ha eletto come presidente Nicola Fantuzzi, sindaco di San Polo di Piave ed esponente emergente di Fratelli d’Italia. A lui, oltre agli eletti, si sono aggiunti in assemblea tre rappresentanti dei sindaci, la nomina di due rappresentanti della Regione Veneto, del Revisore unico dei conti e di due rappresentanti della Provincia (Treviso e Venezia).

Nel ruolo di vicepresidente è stato eletto Domenico Marcolin di Montebelluna, già membro dell’Assemblea nello scorso mandato. Il Consiglio di amministrazione include figure di esperienza come Alessandro Campigotto di Oderzo, già nel precedente Consiglio di amministrazione, e il nuovo ingresso Giuseppe Facchin, di San Polo di Piave. La maggioranza si è costituita grazie a un’alleanza tra Coldiretti (8 eletti), Acqua e Territorio e Comunità (Cia e Confagricoltura, 6 eletti). Esclusa, invece, la lista di Acque di Marca (6 eletti).

“Brenta”. Paolo Bordignon, già per due mandati sindaco di Rosà, ha vinto con la sua lista “L’Acqua è vita” le elezioni svoltesi per il rinnovo delle cariche del consorzio di bonifica Brenta. Tuttavia, la situazione per il momento è di stallo. I “suoi” 10 consiglieri corrispondono al quorum per poter rendere valida l’assemblea, ma non c’è la maggioranza per eleggere il presidente. Questo è uno dei pochissimi consorzi in cui la lista della “Coldiretti - Cia - Confagricoltura” è uscita sconfitta.

Dietro alla lista di Paolo Bordignon si legge, in filigrana, la presenza della Lega. Questo è l’unico consorzio in cui una lista civica di cittadini porta a casa tre rappresentanti. Nella fase pre-elettorale è entrata di prepotenza la questione della diga del Vanoi, che si trova in provincia di Trento, nel Comune di Canal San Bovo, ma funziona come invaso sul fiume Brenta. Non è in buone condizioni e necessita di manutenzione. La sicurezza idraulica, in caso di cattiva manutenzione, coinvolge in primis Bassano del Grappa, ma poi anche tutti i Comuni lungo il fiume . L’assemblea del consorzio che comprende anche i Comuni di Mussolente, Castelfranco Veneto e Castello di Godego, dovrà esprimersi, se continuare nella progettazione del mega intervento in val Vanoi. La decisione finale spetta agli organi dello Stato, anche se si terrà conto della decisione del consorzio.

”Acque risorgive”. È uno dei più delicati, il consorzio Acque risorgive, poiché si affaccia direttamente sulla Laguna di Venezia, sulla cosiddetta gronda lagunare. È caratterizzato dalla presenza di corsi d’acqua storici: il territorio è attraversato da importanti fiumi come il Bacchiglione, il Brenta, il Muson dei Sassi e il Marzenego, oltre a una fitta rete di canali artificiali realizzati per la bonifica e l’irrigazione. I problemi nascono da un’elevata presenza di insediamenti urbani (tra cui Mestre e Padova) e da una forte vocazione agricola. La nuova assemblea è composta da 17 eletti nella lista unitaria Coldiretti, Cia e Confagricoltura e 3 eletti nella lista Unione dei cittadini. Il risultato, di fatto, conferma l’operato della precedente assemblea, presieduta da Francesco Cazzaro. La nuova assemblea comprende anche Davide Bortolato, sindaco del Comune di Mogliano Veneto e presidente della Consulta dei Sindaci. Tra i primi problemi da affrontare la presenza di azoto nelle acque già alle sorgenti. Le acque del Marzenego non sono certo cristalline, anche quando attraversano la città di Mestre: il fiume è torbido e limaccioso.

“Veneto orientale”. Nel consorzio di bonifica Veneto orientale hanno votato 4.449 elettori su circa 141.000, una minoranza, come accaduto negli altri consorzi. La lista unitaria Confagricoltura, Cia e Coldiretti ha portato a casa 18 consiglieri su 20. Giochi subito chiusi ed elezione di Andrea Pegoraro come presidente. 58 anni, coltivatore diretto con una lunga esperienza all’interno del Consorzio di Bonifica. “Lavorerò con impegno per garantire la sicurezza idraulica e la valorizzazione agricola e ambientale del nostro territorio, con l’applicazione delle tecnologie più moderne, come l’intelligenza artificiale”, ha detto.

Il Consorzio di Bonifica Veneto Orientale copre un territorio che si estende nella parte orientale della regione Veneto, tra le province di Venezia e Treviso, arrivando fino al confine con il Friuli Venezia Giulia. Il comprensorio interessa 30 Comuni, tra cui San Donà di Piave, Zenson, Meolo, Fossalta, Musile e la stessa Venezia. Il territorio è attraversato da fiumi importanti, come il Piave, il Livenza e il Tagliamento, oltre a una fitta rete di canali artificiali. E’ una delle aree a maggiore rischio idraulico della regione.

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