domenica, 15 settembre 2024
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Il tema scuola non va in vacanza nemmeno d’estate

Parafrasando san Paolo ai Tessalonicesi: il nostro Dio ci renda degni del compito a cui siamo chiamati e porti a compimento ogni proposito di bene

Inizi di settembre e lo scadenzario soprattutto a Venezia è sempre lo stesso, immutabile da anni: Regata storica, Mostra del cinema e inizio delle scuole. Ma un dubbio rimane: le scuole hanno davvero chiuso? Perché nel dibattito estivo il tema scuola ha riempito pagine di giornali e di commenti. Ha cominciato il quotidiano Repubblica, pubblicando la lettera di un tredicenne che si lamentava dei compiti per le vacanze. Il ragazzo affermava come fosse un diritto per gli studenti godersi il buon tempo estivo del riposo e come fosse ingiusto che, mentre gli insegnanti potevano fare vacanza, gli studenti dovessero, invece, occuparsi dei compiti. Ha proseguito, poi, un sindacato insegnanti, avvertendo come sia necessario ormai iniziare le lezioni a ottobre, visto il cambiamento climatico e le scuole non ancora attrezzate per far fronte alle ondate di calore presenti nelle classi. E’, poi, ripreso il dibattito politico con il tema dello Ius scholae, riproposto da Forza Italia con la sponda delle opposizioni, definizione che sottende la possibilità di conferire la cittadinanza italiana ai ragazzi stranieri che hanno compiuto con successo un ciclo di studi. Al di là di alcune anche troppo facili considerazioni sui temi di cui sopra, quali la differenza che andrebbe spiegata ai nostri ragazzi tra diritti e desideri, tra calendario scolastico e adeguatezze delle strutture e la speranza che il tema della cittadinanza venga concretamente affrontato, al di là delle formule e dei latinismi, possiamo prendere atto che la scuola non è andata in vacanza. E’ ancora, per fortuna, percepita come un’istituzione fondamentale, come pure sono importanti il ruolo e il compito che ancora hanno gli insegnanti, gli educatori, i collaboratori che vi lavorano. L’augurio migliore potrebbe riprendere quello di san Paolo ai Tessalonicesi, parafrasandolo: che anche quest’anno il nostro Dio ci renda degni del compito a cui siamo chiamati e porti a compimento ogni proposito di bene per i nostri ragazzi.

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