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Lucia Schiavinato, svelata la cappella che la accoglie al Piccolo Rifugio

Sabato 28 aprile, in occasione dell’anniversario dell’inaugurazione della cappella dell’Adorazione del Piccolo Rifugio di San Donà, Istituto secolare Volontarie della Carità e Fondazione Piccolo Rifugio hanno aperto al pubblico il sacello che ospita il sarcofago con le spoglie di Lucia, ricavata sul retro della cappella dell’Adorazione stessa.

02/05/2018

Lucia Schiavinato ritorna a casa. A quasi quarantuno anni dalla sua morte, le spoglie della Serva di Dio sono state accolte al Piccolo Rifugio, la casa e famiglia per persone con disabilità che Mamma Lucia fondò nel 1935  e che fin da allora ha sede in via Dante Alighieri, in centro a San Donà. Riportare a casa le spoglie della fondatrice era un desiderio che la Fondazione e l’Istituto Volontarie della Carità coltivavano da tempo.
Lo scorso 23 febbraio le spoglie mortali della Serva di Dio sono state portate dal cimitero di San Donà di Piave nel nuovo sepolcro, predisposto nell’ex-sacrestia della cappella dell’Adorazione al Piccolo Rifugio. Numerose le persone presenti, oltre ai parenti, anche il sindaco della città Andrea Cereser e il comitato per la beatificazione che alla fine degli anni ’90 ha avviato il processo ancora in corso. Si è concluso così l’iter della procedura prevista dal diritto canonico, che ha richiesto alla Fondazione Piccolo Rifugio di ottenere il via libera dalla Congregazione delle cause dei santi in Vaticano e dalla Diocesi di Treviso, al trasferimento delle spoglie di Lucia Schiavinato, che dal 1976 riposavano nella tomba di famiglia nel cimitero di San Donà.
Sabato 28 aprile, in occasione dell’anniversario dell’inaugurazione della cappella dell’Adorazione del Piccolo Rifugio di San Donà, Istituto secolare Volontarie della Carità e Fondazione Piccolo Rifugio hanno aperto al pubblico il sacello che ospita il sarcofago con le spoglie di Lucia, ricavata sul retro della cappella dell’Adorazione stessa. La benedizione era già stata impartita dal cancelliere vescovile in occasione della traslazione (spostamento) della salma di Lucia dalla tomba di famiglia nel cimitero di San Donà, lo scorso febbraio.
La cerimonia si è aperta con la messa, celebrata in cappella da mons. Paolo Carnio, parroco del Duomo di San Donà e concelebrata da don Antonio Guidolin, studioso della vita e dell’opera di Lucia Schiavinato e amico del Piccolo Rifugio e da padre Mario Cortinovis, frate cappuccino, cappellano del cimitero monumentale di Bergamo. “Lucia Schiavinato - ha detto mons. Carnio nell’omelia - ha saputo cogliere la luce dello Spirito, e con coraggio ha dato vita a un’opera che era necessaria per il suo tempo”, invitando ad ascoltare lo Spirito Santo e le sue indicazioni per la nostra vita.
“Per noi è naturale che Lucia ritorni nella cappella che lei ha voluto, e realizzato con l’appoggio del popolo di San Donà”, ha detto, al termine della celebrazione, la presidente dell’Istituto secolare Volontarie della Carità Teresa D’Oria.
“Oggi è anche la festa delle persone con disabilità che vivono nei nostri Piccoli Rifugi, e ringrazio i dipendenti delle nostre case che hanno permesso loro di essere presenti”, ha aggiunto il presidente della Fondazione Piccolo Rifugio Carlo Barosco. “Desidero ringraziare Lucia Schiavinato: ho sentito la sua presenza nel corso di tutto il lavoro”, ha detto Giovanni Cesca, autore del grande dipinto posto dietro la tomba, a cui ha collaborato anche Renzo Brichese. Il dipinto ad acrilico rappresenta Lucia Schiavinato, poi a un lato un bambino dell’Amazzonia, una persona con disabilità e una donna pronta a cambiare vita (a rappresentare le persone cui Lucia si dedicò). Sopra Lucia, tre figure angeliche che rappresentano le tre virtù teologali. Dall’alto scende un raggio luminoso, che passa attraverso il pane spezzato dell’Eucaristia, cuore del carisma di Lucia. Ora la cappella sarà aperta al pubblico e visitabile dai fedeli.

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