venerdì, 13 settembre 2024
Meteo - Tutiempo.net

La Casa Paterna di San Donà incorporata dall'Ipab La Pietà di Venezia

Il matrimonio, ufficializzato con decreto dalla Giunta regionale del Veneto,  pone fine al commissariamento dell’istituzione sandonatese, fondata nel 1883, e dà avvio ad una grande Ipab veneziana.

Dal 1° febbraio “la Pietà” di Venezia, l’Istituto  provinciale per l’infanzia con quasi sette secoli di storia, incorpora anche l’Opera pia Casa Paterna di San Donà di Piave: un matrimonio, ufficializzato con decreto dalla Giunta regionale del Veneto, che pone fine al commissariamento dell’istituzione sandonatese, fondata nel 1883, e dà avvio ad una grande Ipab veneziana. Ora la ‘nuova’ Pietà dispone di un patrimonio immobiliare di oltre 21 milioni di euro e conta tre comunità educative (delle quali una per mamme con bambini) con specifici servizi di ascolto e accoglienza protetta per minori in difficoltà, allontanati dalla famiglia.

“Con questa fusione – ha sottolineato l’assessore al sociale della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, nel presentare l’operazione alla stampa con il vicepresidente della giunta Gianluca Forcolin, i vertici delle due Ipab e gli assessori al sociale di Venezia e San Donà di Piave – diamo avvio ad un processo virtuoso di razionalizzazione e sinergia tra due storiche istituzioni di assistenza e beneficenza. Un percorso che anticipa il disegno di riforma delle Ipab, obiettivo di questa legislatura, e che dà dimostrazione concreta di una regìa regionale, volta a mettere in rete i servizi, a contenere i costi e a sviluppare nuove modalità di accoglienza e accompagnamento per i minori soli o allontanati dalla famiglia. Il Veneto ha un grande patrimonio di istituzioni di assistenza e beneficenza che vogliamo salvaguardare, aggiornare e rilanciare in un’ottica di integrazione e di solidarietà. Questo primo passo, nel campo dell’accoglienza e assistenza ai minori, prelude a operazioni future, anche in altri settori dell’assistenza”.

Forcolin: "Giorno importante per San Donà"

“Oggi è un giorno importante per San Donà e per l'istituto della Casa Paterna che, finalmente, dopo anni di difficoltà economiche e di sbilanci, e superando resistenze e timori dell’amministrazione e della comunità sandonatese, si fonde con l'Istituto della Pietà di Venezia – ha evidenziato il vicepresidente della Giunta regionale, Gianluca Forcolin -  La fusione porterà maggior forza ed efficienza all’attività della Casa Paterna, consentendole di conservare il radicamento nel territorio. Ringrazio in particolare i due giovani commercialisti che dal 2014 si sono alternati, a titolo gratuito, alla guida commissariale di Casa Paterna, consentendo il risanamento dei bilanci e creando le premesse per la fusione”.

A rimarcare gli effetti positivi e le potenzialità future della fusione sono stati anche il direttore generale dell’Ulss 4 del Veneto Orientale Carlo Bramezza (“l’incorporazione consente di contenere i costi e di ampliare i servizi”) e gli assessori alle politiche sociali del Comune di Venezia, Simone Venturini (“Dalla Pietà arriva un esempio di buona gestione che si mette a disposizione anche di altri territori”), e di San Donà di Piave, Maria Grazia Murer (“Da una situazione di criticità è nata una opportunità per integrare professionalità e sviluppare nuove esperienze e nuovi servizi”).

Cereser: "Garantito un futuro a questa realtà"

«Rispetto alla situazione critica e priva di futuro che si è presentata a questa amministrazione - commenta il sindaco Andrea Cereser - la sinergia con una realtà importante garantisce non solo la prosecuzione di un'esperienza ultracentenaria quale è quella della Casa Paterna, ma anche il suo rilancio».

La Casa Paterna era stata fondata nel 1883. Nel febbraio 2014 il Consiglio di amministrazione aveva dovuto chiederne il commissariamento a seguito di una perdita di 254mila euro nel precedente esercizio di bilancio. La nomina di un commissario straordinario era stata sollecitata alla regione dalla stessa amministrazione comunale. Si trovarono a rischio i posti di lavoro dei 12 dipendenti dell’Opera Pia di via Calnova. «Sono innanzitutto garantiti gli standard occupazionali e ringrazio il personale e il presidente della struttura per la collaborazione in questa importante operazione» conclude Cereser.

«Il provvedimento regionale permette di avere la certezza che il servizio territoriale a beneficio dei minori è definitivamente salvaguardato. Ed è questa la cosa fondamentale – aggiunge l’assessore alle opportunità sociali Maria Grazia Murer - In questo periodo abbiamo potuto constatare non solo la continuità del servizio ma anche la sua qualità. Ora avremo modo, con maggior determinazione, di sviluppare la collaborazione tra gli Enti per elaborare un progetto di ampliamento dei servizi ai minori del nostro territorio in condizioni di fragilità. Il mio ringraziamento va a tutte le persone, amministratori, operatori, che in questi anni si sono spesi per far sì che tale struttura rimanesse in vita».

SEGUICI
EDITORIALI
archivio notizie
06/08/2024

Non tutti potranno beneficiare di una vacanza al mare o ai monti o di un viaggio. Oltre a tanti anziani,...

04/07/2024

Un “manifesto programmatico”

Ricordo che due sposi mi dissero che a loro il nuovo vescovo è subito piaciuto...

06/06/2024

Si tratta, da parte nostra, di un importante diritto-dovere civico, perché, per molti aspetti, è in gioco...

TREVISO
il territorio